All’origine delle emozioni
Il matrimonio fa bene alla salute
Fabio Angeli, professore di Malattie dell’apparato cardiovascolare dell’Università dell’Insubria e direttore della Cardiologia di Ics Maugeri ci parla del rapporto tra sentimenti e attività cardiovascolare
“Gli sposati hanno mostrato un rischio di morire o di riavere un infarto nettamente più basso”
di Fabio Angeli
Ormai da decenni la scienza ci ha insegnato che la sede delle emozioni e dei sentimenti è il nostro cervello. Quello, però, che non ci aspettavamo è che il cuore ha un ruolo fondamentale nella genesi della nostra emotività.
Prima il cuore, poi il cervello
Recenti evidenze scientifiche pubblicate sulla prestigiosa rivista PNAS, infatti, ci hanno chiarito che il percorso delle emozioni inizia dal cuore, per poi arrivare come impulso al nostro cervello. In particolare, un gruppo di ricercatori italiani e statunitensi ha registrato l’attività cardiaca (tramite segnali elettrocardiografici) e cerebrale (tramite elettroencefalogramma) in soggetti sani durante la visione di filmati con contenuto emotivo altamente spiacevole o piacevole. Nello specifico, i ricercatori hanno osservato che nei primi istanti di nascita di una emozione si modifica immediatamente l’attività cardiaca. Solo successivamente alla risposta del nostro cuore, si inducono precisi segnali da parte della corteccia cerebrale. Il tutto a dimostrazione di un continuo e complesso scambio di informazioni tra cuore e cervello, con l’attività cardiovascolare che gioca un ruolo causale nell’iniziare e nel sentire una specifica emozione.
Dove nascono emozioni e sentimenti
Ognuno di noi sperimenta ogni giorno gli effetti delle emozioni sul nostro sistema cardiovascolare. Basti pensare a come aumenta il battito cardiaco (tachicardia) o i livelli di pressione arteriosa durante un’emozione: un complesso sistema di adattamenti cardiovascolari che accompagna la nascita dei nostri sentimenti ed emozioni.
La sindrome del cuore infranto
Più complesso è, invece, documentare come l’amore possa influire sulla salute del nostro sistema cardiovascolare. Sicuramente le situazioni di intenso stress possono facilitare il rilascio di alcuni ormoni con effetto negativo sul nostro organismo; un tipico esempio è un infarto del cuore molto particolare (chiamato sindrome di Takotsubo o del cuore infranto) che può colpire un soggetto sottoposto ad una intensa e stressante emozione (esempio un lutto o una violenza).
Ma gli effetti dei sentimenti e della vita di relazione con un partner sono molto diversi.
Sei sposato? Rischio d’infarto dimezzato
A spiegarcelo è un altro studio, che ha esaminato oltre 6.000 pazienti colpiti da malattia cardiaca. I ricercatori hanno diviso questa popolazione in due gruppi: chi era sposato e chi, invece, era divorziato, separato, mai sposato o aveva perso il proprio partner (“non sposati”). I soggetti sposati hanno mostrato un rischio di morire o di avere un nuovo evento cardiaco nettamente più basso rispetto all’altro gruppo dei “non sposati”. Solo per essere più chiari, il gruppo dei soggetti “non sposati” ha mostrato un numero di episodi di infarto del cuore quasi due volte più alto dei soggetti sposati.
Un regalo senza prezzo
Parafrasando, quindi, Gustave Flaubert, considerato il maestro del realismo nella letteratura francese, “il cuore è una ricchezza che non si vende e non si compra, ma si regala” e regalandolo promuoviamo la salute ed il benessere degli altri e di noi stessi.