In occasione della premiazione della miglior recensione del libro autobiografico Una vita da impresario, di cui VareseMese è stata media partner e che ha visto sul palco anche l’umorista Alberto Patrucco, la sala della Polisportiva Bienatese é stata intitolata allo storico agente del mondo dello spettacolo, Lucio Piccoli
a cura della redazione
E’ stata “ideata grazie alla sua passione per lo sport, l’arte e lo spettacolo”, come si legge sopra la porta d’ingresso. Ecco perché la sala della Polisportiva Bienatese è ora intitolata allo storico agente del mondo dello spettacolo, Lucio Piccoli, che fu tra i fondatori della struttura. Inaugurata, a metà degli anni Settanta, con un concerto dei Pooh. E dove, proprio grazie a Piccoli, si sono succeduti tanti personaggi famosi, ricordati nelle foto appese alle pareti del salone. “Allora ero un ragazzo, adesso c’è una targa con il mio nome, cosa che di solito si fa quando uno sta già correndo verso la meta finale… mi preoccupo un po’”, scherza il manager di successo, che – dal teatro alla televisione, dalla musica al cabaret – è stato l’agente di personaggi del calibro di Gaber, Battiato, Chiari, Funari e molti altri.
Un libro, due eventi
Davvero Una vita da impresario, la sua. Come recita il titolo dell’autobiografia, da cui sono nati due eventi. Entrambi presentati dal nostro direttore, Chiara Milani. La prima iniziativa, promossa in occasione della presentazione del volume, si è tenuto lo scorso autunno al teatro Sociale di Busto Arsizio, dove comici di Zelig e Colorado della scuderia” di Piccoli, da Umberto Smaila a Raul Cremona, si sono esibiti a favore del Comitato locale della Croce Rossa. Mentre la seconda manifestazione ha avuto luogo i primi di giugno a Magnago, dove sono stati invitati gli autori delle migliori recensioni del libro. “Erano tutte belle. Fatte bene. Io al posto della giuria sarei stato veramente in crisi. E devo dire che nessuna delle finaliste era di questo paese e ciò è ancora meglio, perché non si può pensare male nella scelta della giuria”, ha commentato soddisfatto Piccoli, che ha spiegato di aver organizzato la manifestazione durante un lungo ricovero in ospedale.
Dieci finalisti… più uno
Dieci i finalisti, provenienti dal Varesotto e dall’Alto Milanese. In ordine alfabetico, le recensioni lette davanti al pubblico sono state quelle di Fabrizio Arcaro, Giovanna Bonvicini, Andrea Corbella, Sonia Doné, Elisabetta Farioli, Marina Ferrari, Maria Giovanna Massironi, Renata Meroni, Sandra Musazzi e Vesna Zujovic. A questo elenco si aggiunge una menzione speciale per il cartoonist Tiziano Riverso, che ha commentato il libro a modo suo, riassumendo la definizione di impresario nel ritratto di Piccoli.
Un weekend e un pranzo
Alla fine, la giuria – presieduta da Giuseppe Crespi per la Polisportiva Bienatese e che ha coinvolto, oltre al nostro direttore, anche Giovanni Chiodini, giornalista de Il Giorno, e Alberto Armiraglio, che collaborò con l’impresario come assessore alla Cultura di Busto Arsizio e presidente della Pro Patria, di cui Piccoli è da sempre tifosissimo – ha assegnato il primo premio a Marina Ferrari, impiegata di San Giorgio su Legnano in procinto di trasferirsi a Busto Arsizio. E’ stata lei ad aggiudicarsi il weekend per due persone regalato dalla Lpm Spettacoli, che ha anche offerto il pranzo con cabaret a tutti i finalisti e i vecchi amici della Polisportiva.
Il dono del sorriso
Dopo un periodo tanto sfidante per tutti, la volontà dei promotori – condivisa dalla nostra testata, che ne è stata media partner – è stata quella di regalare una domenica spensierata in compagnia. Tanto che sul palco si è esibito l’umorista Alberto Patrucco, già volto di copertina di VareseMese, che ha celebrato il vecchio amico regalandogli ciò che di così prezioso lui stesso ha contribuito a donare durante tutta la sua lunga vita da impresario. Ossia, tanti, impagabili sorrisi.
In foto: Lucio Piccoli, al centro, con l’umorista Alberto Patrucco e il nostro direttore, Chiara Milani