Campi 4.0

di Milani

Secondo un recente sondaggio di Coldiretti/Ixè, i giovani ambiscono ad aprire un agriturismo piuttosto che a lavorare in banca o in una multinazionale. Una tendenza che si fa largo anche in provincia di Varese, come conferma il presidente dell’associazione di categoria, Fernando Fiori

a cura della redazione

Macché lavoro in una multinazionale o il classico impiego in banca. I giovani sognano
il “mestiere della terra”. Ad assicurarlo è Coldiretti Varese, secondo cui agricoltura e dintorni sono considerate una nuova opportunità dai ragazzi di oggi.

“Stop alla cementificazione”

Secondo un recente sondaggio Coldiretti/Ixè, infatti, il 57% degli intervistati preferirebbe gestire un agriturismo: una realtà tangibile anche in provincia di Varese, dove – sempre secondo l’associazione di categoria – sono molti i giovani che si impegnano nell’avviare una nuova impresa agricola. Di qui il commento del presidente, Fernando Fiori: “Per questo vanno incoraggiati e, allo stesso tempo, va tutelata la disponibilità di spazio e suolo agricolo, in un territorio come quello della provincia prealpina dove la crescente e incessante cementificazione è un problema tangibile”.

A Vergiate i mirtilli della bellezza                                                                                                         
Nel Varesotto, a riportare l’attenzione sulla crescente predisposizione delle nuove generazioni verso  questo settore dell’economia è stato il riconoscimento ricevuto lo scorso luglio da Enrico Montonati, 29enne titolare dell’azienda agricola A poc a poc di Vergiate, che con i suoi fratelli ha un’impresa agricola di prima generazione produttrice di una linea di articoli di agrocosmesi a base di mirtilli. Un’attività che gli è valsa uno dei sei premi regionali per l’innovazione in agricoltura (per la categoria “Fare rete”).

Sulle coltivazioni vegliano i droni
Del resto, la rivoluzione 4.0 offre del resto opportunità di lavoro per i giovani nel settore primario. Proprio per questo però oggi non basta più essere bravi agronomi o periti agrari: bisogna conoscere anche elettronica, informatica, tecnologie digitali e possibilmente parlare il linguaggio dei social media. Non c’è che dire: davvero un gran lavoro.

 

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