XMAS GIFT

A Natale regaliamo ai bambini di città un momento di gioia naturale, come un laboratorio per creare decorazioni per le feste con bacche e rametti o un’esperienza a contatto con piante, fiori e frutti, per (ri)scoprire il contatto con la terra di Marco D. Introini

di Redazione Varese

“Le nuove generazioni 

hanno perso il contatto 

con la natura”

I bambini rappresentano la purezza e la vitalità, mentre i fiori sono simboli di bellezza, crescita e natura; questa combinazione suggerisce un’armonia naturale e un senso di gioia semplice.

Laboratori didattici

In molte situazioni mi è capitato di fare laboratori didattici con bimbi e devo dire che la sensazione che leggo sui loro volti, quando spiego che devono fare una creazione con i fiori che trovano sul loro tavolo, è un’espressione colma di gioia e felicità. Quando poi sul tavolo da lavoro trovano anche terriccio con piante, bulbi o semi, scatta addirittura l’entusiasmo.

La natura “dimenticata”

Perché accade tutto ciò? Perché le nuove generazioni hanno perso il contatto con la natura: chiaramente non per colpa loro, ma la vita cittadina non è più marcatamente scandita dall’incedere delle stagioni, non tutte le case hanno giardini e quando li hanno spesso non ospitano alberi ma soltanto semplici arbusti. Negli appartamenti non sempre vi sono piante e manca l’abitudine dell’acquisto settimanale di fiori, come invece avviene all’estero. Sembrano cose da poco ma non lo sono, perché proprio il contatto giornaliero con il mondo botanico è andato perdendosi negli anni sopraffatto da uno stile di vita più asettico. Scelta, peraltro, fatta dagli adulti.

Coltiviamo l’empatia

D’altronde, la sensibilità per la natura che li circonda è un dono prezioso che i bambini possiedono in modo innato: coltivarla sin da piccoli li aiuta a sviluppare empatia, rispetto e consapevolezza per il mondo che li circonda.

Da bimbo vedevo la natura evolversi girando nell’orto di mio nonno e sapevo con certezza quando sarebbero spuntate le fragole di cui ero golosissimo o quando sarebbero arrivati i rapanelli oppure sarebbero maturate le mele o le pesche. Non parliamo poi di fichi e ciliegie. Aspettavo quei momenti con trepidazione e non vedevo l’ora che le fragole

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