Marco Introini, floral designer di Gallarate, riflette sul ritrovato bisogno di vivere in una dimensione più green. Offrendo ai nostri lettori alcuni consigli e stratagemmi, che arrivano anche dall’altra parte del mondo
Che profumo ha l’inverno? Per alcuni ha quello dei rami resinosi del pino, per altri quello leggero dell’elleboro o ancora dei fiori di giacinto. Per me invece ha la fragranza del calicantus Vi siete mai domandati quale sia il vostro? Già , perché ognuno di noi ha una percezione diversa della natura intorno a sé.Â
Ambienti meno grigi
Abbiamo già visto quanto si stia rafforzando una coscienza green, complice il radicale cambio di abitudini degli ultimi mesi: un cambiamento che sotto alcuni aspetti non potrà che essere irreversibile. L’Organizzazione mondiale della sanità ci dice che:”La salute non è solo assenza di malattia, quanto, piuttosto, uno stato di benessere globale che investe la sfera fisica, mentale, sentimentale e sociale”. La domanda che vi rivolgo è: pensate che questo stato di benessere possa migliorare con un più stretto contatto con la natura oppure no? Pensate che piante e fiori possano aiutarci da questo punto di vista? Io potrei dirvi che migliorano la vita all’interno delle case, creando un ambiente accogliente ed eliminando in molti casi agenti inquinanti. Oltre a rendere più salubre l’ambiente di lavoro, specie negli uffici, e creare empatia nelle strutture commerciali, dove ultimamente si ricorre sempre più spesso a pareti vegetali per migliorare l’esperienza di acquisto e mettere a proprio agio i clienti.
Natura formato mignon
E quindi se ci accorgiamo di vivere in un contesto che ci crea disagio, perché non proviamo a riflettere su come migliorarlo? Tante volte non servono grandi spazi. E’ il caso per esempio dei kokedama, molto popolari in Giappone e che ora cominciano a diffondersi anche in Europa. Non dimentichiamo che nel Paese del Sol Levante, il legame fra l’uomo e le piante è molto più simbiotico che da noi, così sono nati i bonsai per ridurre gli alberi a formati decisamente più domestici, e naturalmente i kokedama che non sono altro che delle piante radicate in sfere di fango rivestite di muschio (la parola significa perla di muschio) ed è un metodo di coltivazione che risale addirittura al diciassettesimo secolo. Questo per farvi capire che, se c’è la volontà dell’uomo di avvicinare la natura a sé, non esistono limiti alla creatività .
Il pollice verde… tecnologico
Naturalmente è una questione di approccio culturale, ma sono convinto che anche noi europei ci stiamo lentamente (anche troppo lentamente) orientando in quella direzione.
Nuove modalità colturali ci aiutano: magari se siamo un po’ imbranati nel gestire le nostre piante, se tendiamo a dimenticarci di bagnarle, perchè siamo travolti dalla quotidianità , i vasi ad osmosi ci vengono in aiuto, poiché hanno una riserva idrica a cui le radici possono attingere, tramite uno strato filtrante, il che ci risparmia i cattivi odori e i marciumi radicali.
Se poi vogliamo collocare le piante in una specifica zona della casa con poca luce naturale, esistono anche illuminazioni che riproducono lo spettro della luce solare e quindi evitano che le piante vadano in sofferenza.
Vivere in armonia con i principi green
Facciamo mente locale quindi, e cerchiamo il miglior modo di portare un po’ più di verde nella nostra vita, con soluzioni magari innovative e originali, perché non dimentichiamo che la natura si prende cura di coloro che vivono in armonia con i suoi principi.