Marco Introini, nostro opinionista di Gallarate dal pollice verde, ci guida in una riflessione su come il 2020 abbia “riequilibrato” il nostro rapporto con la natura e suggerisce i buoni propositi green per l’anno venturo
di Marco D. Introini
Si avvia alla conclusione un anno che ha profondamente segnato le nostre abitudini più radicate, scardinandone alcune consolidate per portarne di nuove. Uno degli effetti della vita sociale più limitata è stato il maggior tempo a contatto con la natura: dalla cura delle piante domestiche, che hanno dato colore alle giornate trascorse fra le mura, al nuovo rapporto con il nostro giardino, alle passeggiate all’aria aperta e nei boschi.
Dal tapis roulant… al bosco
Una nuova vitalità scandita dal lento incedere delle stagioni, che cambiano continuamente lo scenario in cui viviamo. Probabilmente nel tempo ci eravamo un po’ lasciati prendere dalla frenesia ed abbiamo trascurato i segnali che la natura ci manda, nella distrazione di un appuntamento da rispettare, nelle corse a fare la spesa e nel lavoro che assorbe la maggior parte della nostra vita. Anche nello sport abbiamo dovuto adeguarci al cambiamento: siamo passati dagli spazi chiusi all’aria aperta e abbiamo scoperto che ogni giorno il panorama della nostra corsetta muta di colori, di profumi, di clima… insomma, stiamo riscoprendo il piacere della stagionalità che per certi versi avevamo un po’ dimenticato. Riconquistare il rapporto con la natura è un fatto anche di piccole cose, di segnali a volte minimi, che però bisogna sapere cogliere: quanto è differente correre sul tapis roulant, e invece farlo in un bosco? Vi siete mai domandati cosa faccia meglio al nostro spirito?
C’è davvero un tempo per ogni cosa…
Anche avere tutti i prodotti freschi reperibili tutto l’anno è un po’ una distorsione che è l’effetto di un mercato fortemente globalizzato, che però ora sta dimostrando i suoi limiti.
Il ragionamento fatto finora è: perché privare il palato del piacere di una buona fragola anche quando fuori il clima è invernale? O perché non godere del profumo di una fresia in autunno? Ormai in commercio si trova sempre di tutto e soprattutto le nuove generazioni, hanno perso un po’ il contatto con i prodotti freschi di uso quotidiano, con i loro periodi di crescita e maturazione. Mi provoca sempre tristezza il sentire “ma quella pianta è morta perchè ha le foglie secche”, quando poi scopri che la pianta è un faggio, che non perde le foglie secche in autunno, ma spesso le tiene fino alla fine dell’inverno…
Il bello della spesa a Km 0
E’ un problema culturale a mio modo di vedere, un problema che però si può correggere. Iniziamo col comprare i prodotti freschi di stagione: avremo la certezza sempre di avere tra le mani un prodotto della migliore qualità, con un prezzo più contenuto e, non ultimo, più sostenibile, perché produrre fuori stagione vuol dire riscaldare serre e significa lunghi viaggi di trasporto dei prodotti… insomma, una maggiore produzione di Co2. Ciò implica anche avere una filiera lunga, poiché i prodotti di stagione possono essere molto più facilmente “a chilometro zero”, e quindi possono aiutare le aziende del territorio.
Aspettando la primavera… con l’acquolina in bocca
Soprattutto, poi, seguire le stagioni ci porta a vivere una vita più sana, più a contatto con l’ecosistema di cui facciamo parte e in generale a migliorare di molto la qualità della nostra vita. Diamoci questo obiettivo per il nuovo anno, togliamoci qualche capriccio “fuori stagione” e quando arriveranno le prime belle giornate di primavera sopraggiungerà anche l’acquolina in bocca del pregustare finalmente una bella fragola… magari colta nel nostro piccolo orto di casa.