Il floral designer gallaratese Marco Introini ci conduce alla riscoperta dei dettagli floreali di diverse produzioni cinematografiche in Italia e all’estero, rimasti impressi in modo indelebile nella memoria degli spettatori
di Marco D. Introini
I fiori nell’arte rappresentano una presenza molto discreta:nella pittura, nella poesia, nel melodramma, ma anche nella settima arte si sono ritagliati il loro spazio.
Da Chaplin a Disney
Andando indietro nel tempo fino al 1931, pensiamo alla scena di Luci della Città di Charlie Chaplin, dove Charlot, l’omino con la bombetta, in una scena priva di colori, ma ricchissima di poesia, compra due fasci di candidi fiori da una bella fioraia priva delle vista.
Oppure in uno dei capolavori a cartoni animati della Disney, La Bella e la bestia, troviamo la storia della strega cattiva che ha fatto un sortilegio al principe, donandogli una rosa e trasformandolo in bestia: se non si fosse innamorato di un amore ricambiato, prima che l’ultimo petalo fosse caduto a terra, il suo aspetto non sarebbe mai più ritornato quello di prima. Possiamo immaginare questo film senza il ruolo della rosa?
Sempre in un cartoon, Alice nel Paese delle meraviglie, margherite, rose, narcisi, tulipani e un mondo di altri fiori prendono vita per cantare la Canzone del Meriggio d’or.
Colpo d’occhio tinto di giallo
Un colpo d’occhio straordinario per i suo colore giallo brillante che riempie tutto il fotogramma, è la scena del campo di narcisi in Big Fish di Tim Burton, dove i fiori non rappresentano un elemento fondamentale della narrazione, ma rendono quella scena praticamente indimenticabile. Un po’ come i girasoli nel paesaggio toscano del film italiano record d’incassi della stagione 1996/1997, Il Ciclone, di Leonardo Pieraccioni.
Uno scenario dipinto di blu
Uno scenario onirico e fantascientifico, con una flora frutto della fantasia, è l’indimenticabile Avatar, in cui dove un’intera foresta fatta di piante, fiori e bulbi luminescenti è lo scenario di gran parte delle azioni sceniche di questi umanoidi dalla pelle blu. Un mondo di pura fantascienza inventato da James Cameron, che colpisce ancora di più nella versione 3D e Imax e che non a caso si è guadagnato tre oscar per miglior fotografia, migliori effetti speciali e miglior scenografia, piazzandosi nella top ten dei film con maggiori incassi di sempre.
Bianco e… nero
Da un contesto onirico ad uno più truce, Oleandro Bianco è la storia di Ingrid (Michelle Pfeiffer), che estrae dalla pianta il veleno necessario ad uccidere l’amante: immaginare la storia priva dell’elemento floreale risulta effettivamente piuttosto difficile.
Un letto di petali rossi
Una storia drammatica, ma che rimane impressa nella mente per i petali scarlatti che nelle fantasie del frustrato Lester ricoprono i corpo dell’adolescente cheerleader, è quella di American Beauty che grazie anche a quei fotogrammi è diventato un cult.
Pazzi per le orchidee
Ci sono poi serial killer che lasciano un fiore dopo ogni omicidio. É il caso di Colombiana di Luc Besson,che racconta la storia di un omicida seriale, dal nome altrettanto floreale Cateleya, che lascia su ogni cadavere un fiore di orchidea colombiana.
Parlando di questi fiori, è impossibile non citare Il Ladro di orchidee, il film che racconta la storia dello sceneggiatore Charlie Kaufman in crisi creativa nel non riuscire a riadattare per il grande schermo il libro omonimo di Susan Orlean, in cui il protagonista è il ricercatore John Laroche, talmente innamorato di quel fiore, al punto da desiderare di impossessarsene ogni volta che gliene capiti l’occasione.
Fiorisce l’attenzione
Fiori elementi di colore, ma anche pezzi importanti della struttura narrativa. Per i pochi che ho citato sicuramente ve ne sono molti altri, ma sono certo che comunque nel prossimo film che vedrete sul grande schermo noterete la loro presenza e ne coglierete sicuramente l’importanza.
Foto: Ph: Capri23auto da Pixabay