Sete di cultura: musei aperti per ferie [VIDEO]

di Milani

Mostre, monumenti e aree archeologiche: vietato chiudere d’estate. Agosto è infatti il terzo mese in Lombardia per affluenza di visitatori. Grazie ai siti di Castelseprio e Golasecca, Varese è la quinta provincia lombarda per mole d’ingressi. La nostra regione è la numero uno per offerta di spettacoli teatrali e musicali. Quasi una famiglia su tre nel Nord Ovest possiede oltre 100 libri.  Queste statistiche sono al centro della trasmissione “Varese, diamo i numeri!”, in onda il primo venerdì del mese (6 giugno) sul Canale 16 (Rete 55) alle ore 20.10

di Chiara Milani


Visitare quella mostra, guardare quello spettacolo, leggere quel libro che da tempo volevamo concederci. Le vacanze sono un momento perfetto per recuperare il tempo perduto in termini di occasioni culturali. Senza le ore contate del fine settimana, per coloro peraltro che ancora riescono ad averlo libero. Lontani dal lavoro, possiamo infatti finalmente dedicare qualche ora o giorno a godere del bello che ci circonda a due passi da casa o dall’altra parte del Paese. Ammesso, naturalmente, di trovare aperti musei, teatri e biblioteche. Cosa che dovrebbe sempre accadere. Anche nell’operosa Lombardia, da dove una volta ad agosto c’era il “fuggi fuggi” e che invece oggi sorprende per la “sete” di cultura in estate. Per dirlo ci affidiamo come sempre alle statistiche.

Guardando le rilevazioni mensili della Direzione generale Bilancio inerenti musei, monumenti e aree archeologiche statali, si nota infatti che lo scorso anno agosto è stato il terzo mese di maggior afflusso (con oltre 193mila persone), dopo aprile e maggio (rispettivamente a quota 260mila e 223mila), durante i quali i “ponti” aiutano sempre. Seguono la coda d’estate di settembre (con quasi 170mila) e il mese di luglio (a quota 164mila e 500), nonostante il gran caldo che di solito lo contraddistingue. Meno affluenza invece nei mesi autunnali e invernali. Un trend che rispecchia peraltro quello nazionale, dove gli oltre 6 milioni di visitatori di aprile e i quasi altrettanti di maggio sono seguiti proprio dagli oltre 5 milioni e 200mila di agosto e i circa 4 milioni e 700mila di luglio e settembre. A testimonianza del fatto che ad attrarre nella bella stagione non sono soltanto mari e monti del Belpaese.

In particolare, spulciando i numeri di tutte queste proposte, si nota che – su un totale di circa 600 – in provincia di Varese ne sono indicate soltanto due, peraltro entrambe gratuite: il sito archeologico di Castelseprio, con quasi 15mila e 500 visitatori e quello di Golasecca, con poco più di 3mila. Per un totale di circa 18mila e 500 persone, che posizionano il Varesotto a metà della classifica lombarda, per l’esattezza al quinto posto dopo Milano, Mantova, Pavia e Brescia. E la tendenza alla fruizione di cultura è in aumento, se si pensa che a livello regionale tra il 2016 e il 2017 c’è stato un incremento del 15% degli introiti (oltre 8 milioni).

Naturalmente parlando di questo argomento bisogna tenere presenti anche altre voci. Come gli spettacoli. Dati Siae alla mano, con oltre 29mila nel 2016 la Lombardia è stata la regione d’Italia che ha offerto più rappresentazioni teatrali e musicali in termini assoluti, ma soltanto l’undicesima in rapporto al numero di abitanti, che con più di 19 euro di spesa pro capite sono comunque quelli che investono di più a testa in cultura, dopo i veneti. La nostra regione è peraltro la numero uno per numero d’ingressi, con oltre 7 milioni e 600mila biglietti staccati. La spesa in Lombardia è del resto cresciuta di 6 milioni nell’arco di dieci anni (2007-2016), da 45 milioni e 500mila a quasi 51 milioni e 300mila euro. Al primo posto, stabile l’attività cinematografica, con circa 20 milioni e 600mila euro investiti dal pubblico. Al secondo, con un balzo in avanti particolarmente significativo, si segnalano mostre ed esposizioni (da 4 milioni a più di 7mila). Seguono ballo e concertini, per i quali la spesa è però calata di 1 milione di euro (da 7 a 6). Al terzo posto, gli ingressi per le attività sportive (stabili sui 5.800). Quindi, quella teatrale, con un lieve calo (da 4 milioni e 600 mila euro a 4 milioni e 200mila), e poi concertistica, incrementata di un milione (da 2 a 3). Più che quadruplicati, sempre stando alla Siae, gli ingressi per gli spettacoli viaggianti (da 700mila a oltre 3 milioni).

Infine, ma non ultimo, nonostante l’era digitale, secondo l’Istat anche il numero di famiglie italiane che possiede libri è aumentato, passando dal 35% del 1965 al 90% di oggi, anche se dal 2009 ad oggi il dato è pressoché stabile. Di questi, i nuclei familiari che posseggono oltre 100 volumi sono aumentati dal 4% di mezzo secolo fa al 26% del 2015 (ma il dato sale al 30% nel Nord Ovest).

Il tutto, secondo Unioncamere-Fondazione Symbola, si è tradotto nel 2016 in oltre il 7% dell’occupazione in Lombardia da parte del sistema produttivo culturale, pari a 345mila posti di lavoro (contro una media italiana del 6, con quasi 1 milione e 500mila persone, e un dato varesino del 5.8, con 20mila e 500 occupati). Un’economia che, soltanto nella nostra regione, vale oltre 23 milioni di euro.

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