Niccolò Comerio, direttore del Responsible tourism lab della Liuc di Castellanza, analizza il trend del settore: il 2023 è stato l’anno della nuova vita del settore
di Niccolò Comerio
Il 2023 può essere considerato come l’anno della definitiva rinascita per il settore turistico italiano: nonostante il rallentamento estivo dei viaggiatori domestici, il forte incremento dei turisti stranieri ha contribuito in modo determinante a compiere il sorpasso sul 2019. È ciò che emerge dallo studio commissionato da Enit-Unioncamere a Isnart. Inoltre, le imprese ricettive italiane hanno chiuso l’anno con una quota di occupazione camere media del 51%, in aumento di +3,8 punti percentuali rispetto al 2019, l’anno di picco del turismo italiano. Anche il clima autunnale particolarmente favorevole ha contribuito alla performance, consentendo un allungamento della stagione turistica nonostante l’aumento dei costi.
Ripresa sì, ma non del tutto omogenea
La rinascita del settore turistico è stata evidente sia nella ricettività alberghiera (+9,3%) sia in quella extralberghiera (+6,1%). Tuttavia, come confermato dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti, si è trattata di una ripresa a velocità differenziate e non uniforme su tutto il territorio italiano. Il Sud e le Isole, infatti, hanno registrato una crescita più contenuta (+4,4%) rispetto alla media nazionale, mentre il Nord Ovest (+11,7%) e il Centro (+10,4%) si sono collocate al di sopra. Infine, il Nord Est, con un aumento del +7%, si posiziona sostanzialmente in linea alla media. A pesare sulle performance dell’Italia meridionale nell’anno appena trascorso è stata soprattutto la frenata della spesa sostenuta dai turisti domestici, a cui aggiungere la ripartenza di alcune importanti mete balneari estere, tipiche competitor nella zona mediterranea, a partire dall’Egitto.
Parole d’ordine, qualità e lentezza
La ricchezza del patrimonio culturale si conferma essere il principale driver di scelta per il turista che visita l’Italia (24%), seguita dalle bellezze naturali (20%). Cresce anche l’interesse verso eventi offerti dai territori, in grado di attrarre oltre il 6,5% dei turisti, caratterizzati spesso da una propensione agli acquisti superiore alla media del settore. Inoltre, emerge sempre più la richiesta di esperienze che possiamo definire “uniche”, dove la qualità accede la quantità, evitando una “massificazione” del turismo e prediligendo un turismo più “lento”. Cercare la lentezza significa voler riconquistare ritmi, luoghi, sapori ed emozioni che esaltano e valorizzano le caratteristiche distintive dei territori, evidenziando così la loro bellezza e autenticità, ma portando anche a una trasformazione personale. Questo tipo di turismo, infatti, si concentra sempre più sull’esplorazione interiore e sull’arricchimento spirituale, incoraggiando i viaggiatori a riflettere sul proprio scopo, connettersi con sé stessi e con gli altri, e scoprire nuove prospettive sulla vita.
Viaggiare per rinascere
Ecco, quindi, che una “semplice” destinazione turistica non costituisce più soltanto un viaggio fisico, ma può diventare un’esperienza in grado di nutrire l’anima, lasciando un’impronta indelebile nei nostri ricordi e cambiandoci dentro. Al riguardo, secondo un’ampia ricerca sulle previsioni di viaggio 2024 condotta da Booking.com, nell’anno corrente i viaggi assumeranno un ruolo centrale nella vita di molte persone, consentendo loro di vivere più pienamente, diventando per certi versi migliori. A prescindere dalla meta scelta, il 66% degli italiani intervistati ritiene di dare il meglio di sé proprio nei periodi di vacanza. Inoltre, il 58%, una volta a casa, vorrebbe assomigliare di più alla versione mostrata in vacanza, poiché in grado di liberarsi delle inibizioni della vita quotidiana, abbracciando così aspetti sopiti della propria personalità. Infine, nel tentativo di reinventare ulteriormente la propria vita “reale”, con l’obiettivo di rinascere, il 37% dei viaggiatori italiani ha dichiarato di trovare interessante sperimentare l’esistenza semplice delle comunità locali, al fine di promuovere un migliore equilibrio con la natura, favorendo anche cambiamenti personali una volta tornati a casa.
Si parte!
Del resto, come scriveva lo statunitense John E. Steinbeck, “Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”, trasformando così il turismo in un’opportunità preziosa per esplorare il proprio viaggio interiore mentre si esplorano nuovi luoghi nel mondo esterno.