Paesaggio da (ri)scoprire: dalla tutela dalla Costituzione italiana a patrimonio comune dell’umanità, fino al potenziale turistico di grande attualità, anche nel Varesotto. L’analisi di Niccolò Comerio, ricercatore della Liuc Business School
di Niccolò Comerio
L’ultimo rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile) pubblicato annualmente dall’Istat,lo ribadisce in modo inconfutabile: il benessere di una società si riflette anche nel suo modo di abitare il territorio e di prendersi cura della propria eredità culturale.
In Italia e all’estero
In effetti, l’importanza del paesaggio per il nostro Paese è tale da aver indotto i padri costituenti, già nel lontano 1947, a inserirne la tutela tra i principi fondamentali della Costituzione: l’articolo 9 recita come “la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio artistico della Nazione”.
Inoltre, con la Convenzione Unesco del 1972, ormai ratificata da quasi 200 Paesi nel mondo, nacque l’idea di patrimonio comune dell’umanità, che si concretizza nella considerazione che un monumento o un ambiente naturale vadano conservati e valorizzati, poiché di appartenenza di tutti i cittadini del mondo.
Ultima, ma in ordine di importanza, la Convenzione europea del paesaggio, adottata nel luglio del 2000, identifica nel paesaggio un “elemento chiave del benessere individuale e sociale”, a dimostrazione di come i cittadini, europei ma non solo, abbiano il diritto di vivere in un ambiente che risulti loro gradevole.
Il Belpaese tra gli ultimi della classe in Europa
Paesaggio (e patrimonio culturale) sono quindi da considerarsi, oltre che dei beni comuni, come dei veri e propri indicatori di qualità della vita civile. Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, l’Istat certifica – ahinoi – come il nostro Paese sia in Europa uno di quelli a spendere meno, in rapporto al proprio Pil, per la tutela di biodiversità e paesaggio, oltre che per lo sviluppo di servizi culturali, che dello nostre splendide vedute italiane non possono fare a meno. Nel dettaglio, un valore di poco superiore al 4 per mille del Pil, ci relega al ventiduesimo posto tra i 27 stati membri.
Nord e Sud più “lontani”
Inoltre, la pandemia in atto ha ulteriormente esacerbato alcune delle discrepanze già in essere, anche in termini di divario Nord-Sud, una tendenza certamente da sottovalutare in una nazione come la nostra, particolarmente vulnerabile a rischi sismici e idrogeologici.
Qualità del territorio, turismo ed economia
Ma la qualità dell’ambiente è una variabile da non trascurare anche in riferimento al settore turistico. Teoria economica e ricerca empirica hanno ampiamente dimostrato come sussista uno stretto legame tra economia, turismo e territorio in termini di reciproca dipendenza. Ciò è particolarmente vero in Italia, nazione nella quale il 13% del Pil nazionale è rappresentato proprio dal comparto turistico.
In un simile contesto, ecco che una corretta azione di tutela non può che portare benefici all’immagine turistica di un territorio, incrementandone conseguentemente l’attrattività.
Nuovi modi di viaggiare a contatto con la natura
Negli ultimi anni, spinti anche dalle esigenze di distanziamento sociale, si stanno facendo strada nuovi modi di viaggiare, più “lenti” e sostenibili, dove il legame tra turismo e territorio è diventato fondamentale, dando origine a nuove forme di rapporto uomo-natura, più dirette e personali, lontano dagli schemi del turismo di massa.
Ecco, quindi, che sempre più turisti cercano mete inedite e percorsi autentici, fuori dalle rotte principali, dove è possibile la fruizione dell’ambiente naturale, immergendosi completamente nei paesaggi e nella cultura del luogo, anche entrando in empatia con le persone e con le loro tradizioni più radicate.
Ad esempio, come emerso dall’ultimo rapporto Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo, pubblicato da Fondazione UniVerde, nei prossimi dieci anni, la sensibilità per il turismo sostenibile e l’ecoturismo crescerà per il 66% degli italiani. Inoltre, il 71% degli intervistati considera il turismo sostenibile eticamente corretto e vicino alla natura.
Il Varesotto: uno scrigno di tesori ambientali
Anche nella nostra provincia, caratterizzata da un patrimonio paesaggistico e urbano che regala vedute mozzafiato dall’Alto al Basso Varesotto, il binomio tra paesaggio e turismo rappresenta un elemento di rilevante centralità. Occorrerà quindi favorire sempre più un’integrazione delle politiche territoriali e di una concezione dell’ambiente quale risorsa e fattore di sviluppo locale. Io tutto nell’attesa del ritorno dei turisti, dopo la lunga pausa pandemica.