Busto Arsizio “ricuce” il suo storico feeling con il tessile. A febbraio in città si può visitare la mostra della più grande artista di Fiber Art al mondo, Maria Lai, le cui opere in precedenza non erano mai state esposte assieme a quelle della sua allieva e amica Franca Sonnino. Ce ne parlano l’assessore comunale alla Cultura, Manuela Maffioli, e la nipote, Maria Sofia Pisu
di Chiara Milani
Si potrebbe definire un lavoro sartoriale, quello di ricucire il presente di Busto Arsizio con il suo passato da Manchester d’Italia e un futuro tutto da ricamare. E, a volte, l’arte può ancora ciò che l’industria non può più. Ecco dunque che nel tessuto culturale cittadino viene appuntata una perla che racchiude una doppia sfida: quella di far diventare Busto uno dei centri più importanti per la Fiber Art, così come annunciato in occasione della mostra Miniartextil, ma anche quella di intessere un nuovo rapporto tra la città e il valore materiale della cultura. La mostra di Maria Lai e dell’allieva e amica Franca Sonnino, in calendario dal 2 febbraio al 3 marzo al Museo del tessile, sarà infatti la prima a pagamento promossa dall’amministrazione comunale.
Educare alla cultura di qualità
“Si tratta di quella svolta sancita e condivisa dentro gli Stati generali della cultura”, ricorda l’assessore alla partita, Manuela Maffioli, che ha fortemente voluto questa esposizione, promossa in collaborazione con la Fondazione Bortolaso-Totaro-Sponga: “E’ un primo passo verso un’educazione collettiva a dare un valore alla cultura di qualità”.
Un’artista di calibro internazionale
Per capire il calibro delle proposte, basti pensare che, sempre questo mese, la galleria di Marianne Boesky a New York, che da sempre lavora con il MoMa, ospiterà una selezione delle opere tessili di Lai. Ancora, in occasione del centenario della nascita, quest’anno il MAXXI di Roma dedicherà all’artista sarda una lunga retrospettiva monografica.
Il debutto di una mostra a pagamento
A Busto il biglietto intero costerà 7 euro, ma ci saranno una serie di riduzioni a 5 euro (per esempio per i gruppi da 8 persone in su, chi ha l’abbonamento Trenord o si presenta col biglietto del giorno), oltre all’ingresso gratis da 0 a 18 anni, per gli over 65 e durante una finestra tutti i giovedì dalle 17 alle 19. “Sconti e fasce di gratuità saranno garantiti perché la cultura deve essere comunque accessibile a tutti“, incalza Maffioli: “Sta a ciascuno di noi scegliere di andare nelle due ore non a pagamento oppure contribuire a mettere in moto un meccanismo che è prima di tutto mentale. Immaginatevi che cosa costerebbe una mostra così in altri musei. Stiamo parlando di una battaglia culturale che cominciamo con grande buon senso”. Non soltanto. Per far sì anche che i genitori possano vedere la mostra, la domenica mattina si terranno i laboratori con i tessuti per bambini.
Un nuovo linguaggio per il tessile
Ora, bisognerà vedere la risposta che arriverà non soltanto da Busto, ma anche da fuori. Nel frattempo, l’assessore sottolinea lo sforzo corale per realizzarla: “I mecenati non sono soltanto quelli che restaurano un monumento. Noi dobbiamo ringraziare chi ha dotato dell’impianto d’antifurto il museo, ma anche coloro che sosterranno la mostra: è bello che nella maggior parte dei casi si tratti d’imprenditori tessili, che hanno capito l’importanza di questo nuovo linguaggio attraverso il quale declinare il loro settore”, conclude Maffioli. A questo si aggiunge il patrocinio di Provincia e Regione, oltre al contributo della Fondazione Merlini.
Capolavori inediti
Del resto, tra i capolavori di Fiber Art italiana esposti ci saranno anche degli inediti, perché opere custodite in casa degli eredi e mai esposti, tra cui molti quaderni, come l’opera intitolata E’ il vento. A confermarlo è la nipote, Maria Sofia Pisu. E’ stata lei a proporre di mostrare per la prima volta le opere di sua zia assieme a quelle di Franca Sonnino. “Era la sua allieva prediletta. Abitava al piano di sopra e le portava i tessuti per i suoi lavori, perché il marito li vendeva”, ci racconta al telefono con inconfondibile accento sardo: “Con questa rassegna è un po’ come se il loro dialogo continuasse”. In fondo, l’intesa profonda che le legava è un filo che non si è mai spezzato.
Foto: L’opera inedita “E’ il vento” di Maria Lai