“Niente forme di assistenzialismo, bensì bandi snelli per formazione e nuove forme di business”: così Fabio Lunghi, presidente della Camera di Commercio di Varese, spiega la scelta strategica dell’ente di piazza Monte Grappa, al lavoro per rilanciare anche l’immagine del territorio
di Chiara Milani
Il momento è a dir poco critico e lui certo non lo nasconde. Ma Fabio Lunghi, presidente della Camera di Commercio di Varese nella fase economica più difficile dal dopoguerra a oggi, non si scoraggia. E continua a guardare avanti.
Dal suo osservatorio privilegiato, innanzitutto, che cosa ne pensa del cronoprogramma delle riaperture? E gli incentivi che sono stati previsti, dal bonus vacanza a quello per le biciclette, serviranno veramente a far ripartire l’economia del nostro territorio? Oppure qui servirebbe altro? E, in quest’ultimo caso, che cosa?
Certamente quello che hanno fatto a qualcosa serve e servirà. Finalmente abbiamo riaperto oserei dire finalmente perché non se ne poteva più di stare chiusi. Bisognava ripartire, era ora e sarebbe fosse stato più intelligente uscire prima con le misure di prevenzione e quelle obbligatorie per le imprese e poi dare il via alla riapertura, così che le aziende avrebbero avuto il tempo di adeguarsi. Parlo di tutte le aziende di, anche di quelli che già lavorano da tempo, ma soprattutto dei negozi. La parte del commercio è quella dell’accoglienza che ha più problematiche. Penso a saloni estetici, penso ai parrucchieri, ai bar, ai ristoranti… a tutti, insomma. Quindi, se di sicuro queste misure possono aiutare, non è certamente tutto quello che ci si poteva aspettare. Si poteva fare di più. Soprattutto, ripeto, nell’ambito della chiarezza e della precisione e dell’assegnazione di regole che gli imprenditori sono abituati a rispettare per la tutela prima dei loro collaboratori e poi di loro stessi. Però ci siamo e la nostra è una provincia operosa. Insomma, sono certo che ce la faremo.
Ecco, a proposito degli imprenditori della nostra provincia, la Camera di Commercio a fine aprile ha varato il cosiddetto Piano Marshall per
l’economia da 4 milioni di euro. Come sta andando?
Sta andando bene. Devo dire che dopo un primo momento d’empasse abbastanza tipico dei bandi camerali, stiamo avendo parecchie richieste per il primo bando che è uscito, quello denominato Fai credito, supportato da Regione Lombardia, sul quale stanno cominciando ad arrivare sempre più copiose delle domande. Anche questa è una cartina di tornasole, che fa capire che i soldi alle imprese sono iniziati ad arrivare a distanza di settimane dall’uscita del famoso decreto che assegnava dai 25mila
euro in avanti alle alle imprese e poi ci sono i bandi di sostegno alle spese necessarie per tutta la ripartenza e altri. Tutti non di certo assistenzialistici, ma che riguardano il futuro, per cui su nuove forme di business,
formazione e quant’altro… Per ora contenti ma molto attenti. Siamo stati anche attenti a far sì che i bandi fossero di semplice fruizione da parte delle imprese, perché questo è il tempo di snellire la burocrazia,
non certo quello di complicare.
A proposito delle necessità di guardare il futuro, c’è anche l’immagine di un territorio, quello lombardo, da rilanciare. Voi come vi state preparando?
Il nostro è un territorio che ha bisogno di ricostruirsi una reputazione, nel senso che è stato totalmente azzerato. Non era un territorio conosciuto per l’accoglienza turistica, ma lo è diventato dopo è stato un crescendo fino ad arrivare a oltre 2 milioni e 400mila arrivi in provincia di Varese. Ciò grazie a tanto lavoro che è stato fatto dalle istituzioni e principalmente dalla nostra, negli ultimi anni con la sport commission e quindi portando sul nostro territorio molte manifestazioni sportive di caratura nazionale e internazionale, che quest’anno sono state tutte annullate. Insomma, è il lavoro che abbiamo cominciato a fare coinvolgendo gli operatori: quello di ascoltare e capire. Secondo me prima sarebbe stato anche un po’ fuori luogo, ma ora inizieremo con una campagna di comunicazione per far capire che il nostro è un territorio sicuro. Non dimentichiamoci che siamo stati, nella sfortuna, una delle province con meno contagi in Lombardia e, quindi, questo è un messaggio che lanceremo: un turismo sicuro. Anche un turismo spot di qualche giorno per venire sul lago: il nostro territorio, che molto spesso noi non apprezziamo, è invece apprezzato tantissimo dall’estero e anche da altre regioni italiane. E questo potrebbe essere un primo ragionamento da fare: quindi, iniziare a promuoverci a livello locale italiano e pian pianino ritornare alle vecchie e sane abitudini, che erano quelle di avere manifestazioni sportive, che torneranno, ridando così rigore e spinta a questo comparto che, non dimentichiamoci, ha un aspetto business molto importante, che è fermo totalmente e non sappiamo quando ripartirà.
In foto: Fabio Lunghi