Addio Milano da bere

Cresce il bisogno di credito

di admin

Tra imprenditori e professionisti del territorio, un tempo benestanti, sono in aumento le situazioni di difficoltà: ne abbiamo parlato con Emanuele Caimi, che opera nel settore

“Macché App: serve riservatezza”

a cura della redazione

C’è chi dice che fu il decennio che distrusse l’economia italiana. Chi sottolinea come invece segnò la ripresa dopo il boom degli anni Sessanta e la crisi dei Settanta. Fatto sta che in molti oggi guardano rimpiangendo gli anni Ottanta, in cui guerre e malattie erano uno spettro lontano. Mentre ora hanno portato a una nuova recessione, con conseguenti situazioni di difficoltà anche per chi è sempre stato bene. Pure sul nostro territorio. Abbiamo parlato di quanto la situazione economica locale sia cambiata dai tempi della Milano da bere a oggi con Emanuele Caimi, esperto del settore del credito.

Momento di fermento

“Quello su pegno, origine dell’attività bancaria, sta attraversando una fase di particolare fermento per la presenza di alcuni operatori, anche esteri”, conferma il nostro interlocutore a proposito del crescente bisogno di liquidità, sottolineando anche il ruolo del “rinnovato quadro normativo: importante, ma non sempre rispettoso del principio di proporzionalità”.

Dal credito su pegno a quello su stima

In particolare, secondo l’intervistato, “il rilancio di questo prodotto finanziario ruota intorno al valore del bene in sé e alle potenzialità che questa forma di credito implica”: tant’è vero che viene presentato da molti operatori non già come credito su pegno bensì come credito su stima”. E infatti il bene viene stimato da un esperto e la proprietà rimane in capo a chi lo aveva, mentre il possesso passa all’intermediario, che rilascia una polizza. Chi ha il titolo al portatore, potrà riscattarlo in ogni momento, restituendo il denaro ricevuto (una percentuale del valore di stima), gli interessi maturati e le commissioni dovute, oppure potrà rinnovare la polizza alla scadenza (solitamente semestrale) fino ad un massimo di 8 volte.

In risposta alla crescente difficoltà

“La decisione di promuovere la costituzione di un’agenzia locale che offrisse finanziamenti assistiti da garanzia su pegno è nata a seguito della conoscenza diretta di alcuni situazioni di difficoltà: un professionista ha attraversato una temporanea tensione finanziaria e si è recato a Milano per impegnare un proprio bene; un imprenditore, per sopperire ad una situazione di difficoltà, ha raggiunto il capoluogo per reperire liquidità”, spiega Caimi, fotografando il profilo meno noto dell’attuale crisi, che colpisce appunto anche persone un tempo benestanti di un terra storicamente rinomata per la sua ricchezza: “Il Credito Mobiliare Varesino nasce proprio per offrire una risposta a chi ha riserve a rivolgersi ad un operatore di credito su pegno, mediante l’erogazione di un servizio private che opera esclusivamente su appuntamento e per sovvenzioni – salvo casi particolari – di importo superiore a 5mila euro”.

La discrezione innanzitutto

Una scelta che riporta al centro il rapporto umano. E la discrezione. “Alla progressiva spersonalizzazione del rapporto che vede l’erogazione di servizi finanziari tramite App o Casse automatiche, ci opponiamo con una scelta del tutto diversa: riservatezza delle operazioni e risposta su misura al singolo cliente”.

I primi passi per l’avvio dell’iter amministrativo di autorizzazione sono iniziati nel 2018 e si sono conclusi positivamente nell’anno 2019 con il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività finanziaria. 

Il legame col territorio

“La scelta di mantenere l’aggettivo varesino nella denominazione sociale è finalizzata a sottolineare il legame con il nostro territorio, che ha visto, soprattutto negli anni Novanta del secolo scorso, a fronte della progressiva concentrazione degli operatori, il proliferare d’iniziative volte ad assicurare intermediari finanziari che ne fossero espressione e se ne prendessero cura”. Come la Banca Popolare del Ticino e la BCC di Busto.

Esempi incoraggianti

Una delle prime operazioni ha visto un imprenditore costituire in garanzia – tra l’altro – una borsa Kelly di Hermes: con la sovvenzione erogata ha potuto riattivare la propria impresa e restituire il prestito.

Le prospettive future

“Proprio in queste settimane, vista la richiesta, si è deciso di rafforzare i mezzi propri aumentando il capitale di un ulteriore milione di euro”, conclude Caimi: “Si attende il benestare della Banca d’Italia, Direzione di Milano, con cui c’è una proficua collaborazione”.

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