La pelle rappresenta l’organo più esteso del nostro corpo e ha il compito anche di proteggere i tessuti sottostanti. Il sole è fonte di luce, energia e benessere. Tuttavia, l’eccessiva esposizione agli ultravioletti può essere estremamente dannosa. Statistiche e consigli del professor Nicola Zerbinati, dermatologo e ricercatore universitario del dipartimento di Medicina e chirurgia dell’Università dell’Insubria
di Nicola Zerbinati
Piccole quantità di radiazioni ultravioletti sono benefiche per l’uomo: è possibile sfruttare gli effetti positivi dei raggi UVA e UVB nel trattamento della psoriasi, della vitiligine e di altre patologie immuno-mediate. Inoltre, sono essenziali per la produzione di vitamina D.
Tuttavia, l’esposizione non modulata può determinare diversi effetti nocivi, sia acuti sia cronici, che dipendono soprattutto dall’intensità e dalla lunghezza d’onda delle radiazioni ionizzanti, dal tempo di esposizione e dal fototipo individuale. L’esposizione eccessiva e non progressiva alle radiazioni UV, può determinare, in “acuto”, la comparsa di “scottature” ed eritemi solari. L’esposizione solare prolungata è inoltre responsabile del “foto-invecchiamento cutaneo”, tipico delle zone più esposte al sole, che si manifesta con la comparsa precoce dei segni dell’invecchiamento, quali aumento della secchezza, della rugosità e delle macchie cutanee.
Uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di tumori cutanei è rappresentato dall’eccessiva esposizione ai raggi UV, che derivano principalmente dal sole, ma anche da lettini e lampade solari che vanno quindi utilizzate con attenzione. Tra i tumori cutanei, il più maligno è il melanoma la cui origine è strettamente correlata al numero di scottature subite in età infantile e adolescenziale. I dati raccolti dall’Iss (Istituto superiore di sanità) mostrano che, a livello mondiale, nell’ultimo decennio il melanoma cutaneo ha raggiunto i 100.00 nuovi casi all’anno, con un aumento del 15% rispetto al decennio precedente. Nell’ultimo quinquennio in Italia i decessi attribuiti al melanoma cutaneo sono stati 4mila negli uomini e 3mila nelle donne. D’altro canto, la progressiva sensibilizzazione della popolazione a porre attenzione al “neo che cambia” ha permesso di aumentare il numero di diagnosi precoci e di conseguenza di migliorare la prognosi. Infatti, il melanoma cutaneo ha un’evoluzione nel tempo correlata allo spessore raggiunto nella pelle al momento della asportazione. Ad oggi, grazie alla diagnosi precoce, la percentuale di sopravvivenza a 5 anni è passata dal 50% (negli anni ’60) all’80%.
L’esposizione solare può determinare anche la comparsa di tumori cutanei non melanomatosi, secondo i registri dell’Associazione italiana registro tumori si registrano 120 casi di tumore cutaneo non melanomatoso ogni 100mila uomini e 90 casi per le donne. Escludendo i melanomi, 8 tumori della pelle su 10 sono carcinomi basocellualari (correlati alla ustioni solari riportate soprattutto in età infantile), 2 sono carcinomi spinocellualari (legati alla quantità cumulativa di luce solare assorbita dalla pelle durante la vita).
I consigli dunque sono: evitare il sole nelle ore più calde, indossare un cappello a falde larghe e occhiali da sole avvolgenti, applicare creme con fattore protettivo 50+, integrare con la dieta i liquidi, i sali minerali e le vitamine perse, usare il doposole, evitare lampade e lettini abbronzanti e proteggere bene neonati, bambini e adolescenti.