Oltre che per la malattia in sé, negli ultimi mesi il Covid-19 ha messo a dura prova la quotidianità degli anziani: dalla solitudine alla minor prevenzione. A spiegarci come avere uno stile di vita più sano per essere meno vulnerabili è Luigina Guasti, esperta di geriatria cardiologica e docente dell’Università dell’Insubria
di Luigina Guasti
L’avanzare dell’età della popolazione è stato un evento progressivo negli ultimi decenni, per cui l’invecchiamento in salute è una delle sfide importanti della nostra società.
Prepararsi alla vecchiaia da giovani
Per poter affrontarla affrontare nel modo migliore, occorre preparare l’età avanzata con stili di vita corretti già da giovani. Sappiamo che la possibilità di raggiungere in salute i 90 anni e più, oltre che dal nostro patrimonio genetico alla nascita (su cui non possiamo influire), dipende moltissimo da come è il nostro stato in età più giovane. Ad esempio sappiamo che la probabilità d’invecchiare senza malattie cardiovascolari è alta se a 50 anni non abbiamo ipertensione, diabete, dislipidemia, non fumiamo, ecc, cioè se i nostri fattori di rischio sono assenti ben prima dell’età anziana. Cioè, un invecchiamento in salute, in primo luogo, va preparato nel tempo.
Sostegno a tutto tondo
Quando poi ci troviamo nell’età avanzata, la possibilità di stare bene o stare meglio, se già abbiamo avuto qualche problema di salute, dipende da come affrontiamo le necessità e i problemi che sopraggiungono. In questo è essenziale, come sempre (ma in ambito geriatrico se possibile, ancor di più), la valutazione completa, globale, delle persone. In questo, negli ultimi anni, viene fatta una valutazione della “fragilità”: fisica, clinica e sociale. Una malattia, l’isolamento, difficoltà economiche o ancora problemi nutrizionali o di depressione sono tutti aspetti che, oltre a un sostegno generale, ne necessitano di uno più mirato sulla questione principale. L’obiettivo è supportare i pazienti più fragili nei vari momenti: dall’autonomia alla qualità della vita.
Bisogna tornare in fretta a prevenire
Negli ultimi mesi il Covid-19 ha messo a dura prova, oltre che per la malattia in sé, la quotidianità dei soggetti anziani, che proprio per la solitudine e depressione che questa situazione comporta ha facilitato situazioni di fragilità. Inoltre l’approccio ad altre patologie, in tutti, ma negli anziani con conseguenze dirette, è meno proattivo in questi mesi di quanto non avvenisse in precedenza. Motivo per cui è essenziale che a breve possiamo recuperare la nostra capacità di prevenzione e cura.
In particolare, in geriatria cardiologica, è fondamentale la prevenzione degli eventi acuti, come ictus o infarto miocardico, e il corretto trattamento di patologie che nell’anziano hanno aspetti specifici (come lo scompenso cardiaco, la fibrillazione atriale o la presenza di problemi valvolari connessi all’età).
Piccoli, grandi accorgimenti
Inoltre, proprio per la necessità di sostegno globale alla persona anziana, è importante il management globale della fragilità, focalizzato ad una corretta nutrizione e l’attività fisica, entrambi fondamentali per mantenere un tono muscolare sufficiente, il supporto cognitivo/emozionale, ma anche occhiali, cataratta, apparecchi acustici e una corretta igiene dentale o la dentiera. E’ poi importante mantenere un corretto ambiente (spazi adeguati, no ai tappeti, possibilmente minimizzare le scale) per facilitare il movimento in sicurezza.
L’aiuto delle nuove tecnologie
Infine, le possibilità tecnologiche di innovazione crescenti saranno un grande supporto nel favorire la gestione a distanza dei soggetti fragili ancora autonomi, permettendo il contatto sociale, che avviene ora a distanza tramite il cellulare, grazie alla possibilità di connessioni con videochiamate o telemonitoring. Questo può avvenire tramite telecamere o, poco più in là nel futuro, app di apparecchi wearable, da indossare, che possano trasmettere parametri di rilievo quali pressione, frequenza e movimento ai clinici durante le malattie o ai familiari per meglio gestire la quotidianità.