Anna Gervasoni, docente di Economia e gestione delle imprese alla Liuc di Castellanza e direttore di Aifi (Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt) spiega perché la Blue economy faccia bene all’ambiente, ai cittadini e agli affari
di Anna Gervasoni
Che sia mare o montagna, lago o campagna, l’estate è il momento migliore per godere delle bellezze del nostro territorio. La finanza alternativa da tempo lavora per intervenire in modo più consapevole e migliorativo, attraverso i principi Esg (Environmental, social and governance), anche nell’ambito dei propri investimenti e quindi si sono coniati termini come la green o la blue economy. Quest’ultima, dedicata a una risorsa che non è illimitata e va quindi preservata, è però anche fonte di guadagno per i tanti imprenditori che lavorano sulle aree dei nostri litorali.
Il private equity investe nei parchi acquatici e tematici
Ciò porta ad alcune riflessioni su come possiamo, come Paese, tutelare una delle nostre grandi bellezze: quella dei mari, dei laghi e dei fiumi e quindi anche del turismo. Il private equity lo ha capito e già da qualche tempo sta investendo nei parchi acquatici, come quello di Genova o tematici come il parco Zoom di Torino.
Come la pandemia ha accelerato l’economia circolare
Non solo: tutte le attività dedicate all’economia circolare, al riutilizzo delle plastiche e dei materiali di scarto delle lavorazioni industriali, non da ultimo i nuovi processi di trasformazione di decarbonizzazione o di trasformazione dei prodotti della filiera zoo agricola in bio metano, sottolineano come ci sia in atto un cambio di paradigma nel modo di fare imprenditoria. La pandemia ha accelerato, in alcuni casi, molti processi che già erano stati pensati e ritenuti determinanti per un nuovo modo di produrre beni e servizi nel nostro Paese. Gli investitori, oggi, sempre più controllano e valutano l’adozione di principi legati alla sostenibilità, oltre che alle attività che possono pesare sempre meno sull’ambiente e sulla salute quindi di lavoratori e cittadini.
Rilanciare il turismo
Molte operazioni sono convogliate su immobili alberghieri e operatori di viaggio, come Alpitur, e Cdp, tra le tante attività messe in moto per supportare le aziende in crisi a causa della pandemia, ha deciso di investire in questo settore attraverso il Fondo Nazionale del Turismo. Lo scopo è rilanciare una filiera strategica per l’Italia, quella degli alberghi storici, con investimenti fino a due miliardi di euro. Questo veicolo si affianca all’altro fondo già esistente, sempre dedicato al settore, il Fondo Investimenti per il Turismo, nato nel 2016.
Venture capital per startup e Pmi innovative
Tali iniziative potrebbero essere la leva per lanciare anche il comparto del Venture Capital puntando su startup e Pmi innovative: un modo sia per consolidare il settore in partnership con altri operatori e sia per promuovere le attività di riqualificazione immobiliare e di servizi legati alla filiera. Potrebbe fare bene agli imprenditori, all’economia, al territorio… soprattutto quello affacciato sulle nostre bellissime acque, da preservare e valorizzare.