Anna Gervasoni, docente di Economia e gestione delle imprese alla Liuc di Castellanza e direttore di Aifi (Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt), riflette sulla necessità di aumentare il livello medio di conoscenza delle tematiche che interessano la vita di tutti, ma sono conosciute da pochi
di Anna Gervasoni
Settembre può essere il mese del cambiamento. Della riflessione. Ci saranno sicuramente grandi mutamenti di scenario sotto il profilo economico e finanziario che toccheranno tutti i cittadini, i risparmiatori e i lavoratori.
L’estratto conto, un enigma (irri)solvibile
Spesso siamo alle prese con tematiche assai complicate su questioni finanziarie e attività di investimento che dovrebbero essere semplici. Una famiglia, una persona che ha la fortuna di risparmiare, dovrebbe poter capire come investire ciò che è riuscito, con grande fatica, a mettere da parte, con un profilo di rischio adeguato alle proprie esigenze, alla propria età e al proprio stile di vita. I giovani dovrebbero poter pensare alla casa sapendo che cosa vuol dire accendere un mutuo. Gli artisti, i commercianti, i nuovi imprenditori, i professionisti sono messi alla prova tutte le volte che vogliono avviare un’attività, ingrandirla e pagare le imposte. Questo riguarda tutti: giovani, non più giovani e anziani. Leggere un estratto conto, sia che arrivi via posta in una busta a casa, sia che la si riceva tramite e-mail, è sempre un’impresa ardua e difficile se non si ha una laurea in economia e commercio o un diploma in materie economico aziendali.
“Il gatto e la volpe” dei nostri giorni
Perché in Italia si fa così poca cultura finanziaria? Fin da piccoli i ragazzi dovrebbero apprendere i rudimenti di gestione delle proprie finanze, così che possano poi avere gli strumenti adatti per il futuro, che non riguarda solo la loro professione ma la loro vita. Risparmiare, investire, indebitarsi, devono essere concetti resi semplici e facilmente comprensibili, per poter agire consapevoli o interagire meglio con il proprio professionista. Ci si deve orientare mettendosi al riparo da quelli che possiamo definire “il gatto e la volpe” dei giorni nostri e cioè il facile guadagno senza rischi o un indebitamento senza costi o penalità in caso di mancato pagamento delle rate. Nelle scuole medie superiori, nei percorsi di laurea che non riguardano specificamente le materie economiche e finanziarie, sarebbe auspicabile organizzare lezioni brevi e chiare su cosa voglia dire essere un operatore economico oggi.
La cultura d”impresa
Altro aspetto particolarmente importante riguarda la cultura d’impresa, il fare impresa. Una startup può nascere da un’idea di un chimico o di un agricoltore o chissà…. Essere un imprenditore e quindi diventare un tassello di quella grande produzione di ricchezza che consente al nostro Paese di avere una posizione di leadership mondiale significa anche operare con cognizione dei rudimenti aziendale e saper interagire col mercato finanziario e quello del lavoro. Tra i buoni propositi di settembre inseriamo nei nostri pensieri il dovere di trovare le modalità per insegnare un po’ di cultura finanziaria e di cultura d’impresa.
L’impatto delle nuove tecnologie
Nei prossimi anni vedremo sempre più penetrare nelle nostre vite, lavorative e no, le nuove tecnologie che renderanno più articolato e complesso questo mondo. Se non ne conosciamo con chiarezza le basi, rischiamo di prendere colossali fregature o di perdere grandi opportunità.