Il continuo progresso tecnologico ridisegna il rapporto tra il sistema finanziario italiano e quello imprenditoriale. Un ristretto gruppo di player del settore studia i cambiamenti in corso. Importante il ruolo di due realtà del nostro territorio: Liuc e Fondazione comunitaria del Varesotto. E’ un fenomeno di rilevanza assoluta per finanza e mondo accademico.
di Anna Gervasoni
Da un’idea di Liuc – Università Cattaneo di Castellanza, Fondazione Corriere della Sera e L’Economia, con il contributo di Fondazione Comunitaria del Varesotto, Aifi (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt) e Kpmg, è nato “Banca Impresa 2030”, osservatorio incentrato sul cambiamento del rapporto tra banca ed impresa, alla luce del continuo progresso tecnologico registrato negli ultimi anni.
Il progetto si fonda sul contributo intellettuale di un ristretto gruppo di player del settore, i quali, per ruolo e sensibilità, sono in grado di offrire spunti di riflessione e dibattito relativamente a come evolverà il principale attore del sistema finanziario italiano, a fronte delle nuove tecnologie e di quelle che si affacceranno sul mercato, avendo però quale punto centrale di osservazione il servizio allo sviluppo del sistema imprenditoriale.
La tesi è che l’innovazione tecnologica sarà in grado di provocare grandi cambiamenti nel settore finanziario, che le banche potranno cogliere in modo positivo e proattivo per continuare a svolgere il loro ruolo fondante, tenendo ben presente il presidio dei rischi.
Lo Steering Committee dell’Osservatorio, incaricato di promuovere e moderare gli incontri tematici previsti, è composto da Anna Gervasoni, Anna Maria Tarantola, Giovanni Gorno Tempini, Daniele Manca e Stefano Righi. Il Comitato Scientifico di Banca 2030 è formato, invece, da alcuni tra i più importanti attori del sistema bancario italiano (a cui si unisce un ristretto numero di “invitati permanenti”), nell’intento di fornire una visione a trecentosessanta gradi di quelle potranno essere le linee di sviluppo futuro del settore nel nostro Paese: Giuseppe Castagna (Banco Bpm), Massimo Doris (Mediolanum), Giampiero Maioli (Crèdit Agricole), Victor Massiah (Ubi banca), Carlo Messina (Intesa SanPaolo), Marco Morelli (Mps), Gian Maria Mossa (Banca Generali), Andrea Munari (Bnl Bnp Paribas), Jean Pierre Mustier (Unicredit), Renato Pagliaro (Mediobanca), Pietro Sella (Banca Sella), Alessandro Vandelli (Bper).
L’osservatorio vuole analizzare in maniera sistematica e sintetica un fenomeno, quello del Fintech, che negli ultimi anni ha determinato un impatto di rilevanza assoluta sia sul settore finanziario che sul mondo accademico, divenendo un vero e proprio “must” per una piena e corretta comprensione dei trend di mercato. La tecnologia è diventata un fattore competitivo centrale della strategia delle banche, la complessità e la continua evoluzione della tematica impone la necessità di guardare a modelli internazionali di successo, ma offre anche l’opportunità di pensare a quali prodotti e servizi offrire alla propria clientela nel quadro di un ravvicinamento tra domanda e offerta in finanza e servizi finanziari.
Proprio per via dell’importante contributo erogato, alla presentazione – che si è svolta a metà giugno a Milano – è stata invitata anche la Fondazione comunitaria del Varesotto, rappresentata dal segretario generale Carlo Massironi, che è stato anche invitato a far parte del gruppo di opinion leader di cui l’osservatorio si avvarrà in maniera permanente.