di Chiara Milani
Affari internazionali, marketing e comunicazione, risorse umane e formazione: sono i diversi campi in cui operano i quattro esperti internazionali che – dalle scale su cui ogni giorno, dal lunedì al venerdì, alle 20.05 su Rete55 conduciamo le nostre interviste tv – abbiamo interpellato per capire come reagire alla crisi globale in corso
Che nulla è più lo stesso, si sa. Come affrontare al meglio questo cambiamento, è un punto di domanda per tutti. Di certo, servirà tanta energia. Abbiamo allora chiesto a esperti internazionali di diversi settori di spiegarci i mutamenti in atto e, soprattutto, quali risorse attivare.
Come rimanere connessi col mondo senza viaggiare
“La pandemia ha cambiato totalmente la mia vita lavorativa. Negli ultimi 10-15 anni non ricordo nessun periodo di più di 3 mesi senza viaggiare e ora sono passati più di 6 mesi senza lasciare il Paese”. Così, da Budapest, Tamas Galambos, esperto di Affari internazionali, descrive l’impatto del Covid-19, spiegando come sia riuscito comunque a mantenere i contatti senza muoversi dall’Ungheria: “Certo, prima del Coronavirus, usavo i social media e i moderni strumenti di comunicazione anche per scopi commerciali, ma durante questo periodo questi strumenti sono diventati l’unico modo per mantenere in contatto con clienti, oltre che gli amici”.
Comunicare efficacemente in tempo di crisi
Chi pure è stato molto colpito da quanto sta accadendo nel mondo è Kevin Cullinane, capo del Marketing e della Comunicazione all’aeroporto di Cork. Una realtà, quella del settore dell’aviazione, che è tra i settori più danneggiati in assoluto. Ma lui non si scoraggia e – forte della guida di un team plupremiato – l’esperto dello scalo che più stava crescendo in Irlanda prima della crisi, dà qualche consiglio per una comunicazione efficace in tempo di crisi: “Credo sia importante rimanere vicino ai propri clienti. Una crisi offre anche opportunità per mostrare doti di leadership, rimanere rilevanti, assumere la guida di quanto sta accadendo, spiegare il repentino cambiamento delle circostanze in cui si opera, essere proattivo, anticipare gli aspetti negativi, raccontare comunque la propria storia e mantenere il focus sul marchio”.
Le persone rimangono la chiave del successo
Georges Bouverat, managing partner per la Svizzera di una società specializzata nella ricerca di dirigenti, ha un’idea chiara di come gli imprenditori dovrebbero trasformare la loro attività in questo momento: “Credo nelle seguenti lezioni apprese da questa crisi, che è ancora in corso e potrebbe continuare per un po’ di tempo: digitalizzazione dove possibile, ma mantenere le persone come la chiave per raggiungere lo scopo. Non soltanto gli altri processi, ma anche quello decisionale deve diventare molto più agile. Ho detto spesso negli ultimi mesi che non ci sono più piani, bensì unicamente scenari. Inoltre, bisogna avere la capacità di rivedere le decisioni in ogni momento, sapendo che la decisione precedente era basata sui fatti disponibili in questo momento e accettando che anche poco dopo i fatti possano essere diversi”. Di qui l’ultimo, ma non meno importante elemento: “La comunicazione a tutti gli stakeholder, che più che mai hanno bisogno di comprendere i cambiamenti nelle decisioni”.
Porsi al servizio delle proprie organizzazioni
Infine, abbiamo provato a capire in che modo la leadership deve cambiare anche guardandola da una prospettiva extraeuropea. Joseph Pheto, formatore dei vertici di molte delle istituzioni del suo Paese, nonché autore di libri sul tema, ci risponde dalla Botswana: “I leader moderni hanno bisogno di valorizzare lo sviluppo della leadership in se stessi e a vari livelli nelle loro organizzazioni. Devono innanzitutto comportarsi come servitori di coloro che guidano. Devono assumersi la responsabilità di fornire risultati alle loro istituzioni. Devono rispettare, valorizzare e coinvolgere i propri stakeholder. E devono praticare un comportamento etico e affidabile”.