In che modo il Coronavirus sta modernizzando realtà secolari, che – nonostante l’impossibilità di riunirsi fisicamente – non hanno interrotto la propria attività neanche durante la fase 1 dell’emergenza
a cura della redazione
Non fanno più “soltanto” rete tra i soci. Ma – finalmente – usano anche di più quella telematica. Per capire che contributo continuano a dare, ma anche in che modo il virus stia cambiando network secolari – attivi a livello locale, nazionale e internazionale -, dalla terrazza de Le interviste di VareseMese abbiamo rivolto lo sguardo verso due associazioni con soci di età diverse: gli under 40 dell’organizzazione non governativa Junior Chamber International e quelli, in media con qualche anno in più, del club service Lions Clubs International.
Pioggia di dollari per aiutare le comunità locali
Quest’ultimo sodalizio vede tra i componenti del Comitato esecutivo della Fondazione internazionale anche un italiano: Sandro Castellana, veneto. “I Lions non si sono fermati. Contiamo 48mila club in tutto il mondo con oltre 1 milione e 400mila soci, che hanno continuato a riunirsi, seppure in modo virtuale, e a svolgere progetti”, ha evidenziato dal suo isolamento nel Bellunese: “Tutta l’attività sta avendo un grande rilancio proprio perché dopo un primo stop apparente abbiamo capito che c’era tanto bisogno del nostro aiuto”. Sul dopo emergenza, Castellana ha fatto notare che “ci dovrà essere un giusto equilibrio tra le riunioni in presenza, importantissime per i rapporti personali, e quelle telematiche, che faranno risparmiare tempo, risorse ed energie da devolvere in attività di servizio per la comunità”. Per esempio, proprio nelle zone di Lodi e Codogno, dove l’epidemia è scoppiata, i soci hanno iniziato subito a distribuire presidi sanitari soprattutto alle residenze per anziani e comunità più deboli, donando anche tablet e smartphone per permettere i contatti con i familiari”. Non solo. “Ci sono tante azioni in tutto il mondo e la nostra fondazione ha dato ai Lions italiani 350mila dollari e complessivamente nel mondo oltre 3 milioni di dollari in sussidi a tantissimi Paesi”.
Nuove opportunità per i giovani
Un’accelerazione, quella tecnologica, che ovviamente riguarda anche e ancor di più i giovani. “Dal 1915, in 120 nazioni, la nostra mission è offrire opportunità di crescita ai giovani in modo che promuovano cambiamenti positivi”, ha sottolineato Kevin Hin, in collegamento dal Principato di Monaco, segretario generale di JCI (Junior Chamber International), che ha sede negli Stati Uniti: “Lo facciamo da sempre anche grazie a partnership importanti come quelle con le Nazioni Unite e la Camera di Commercio internazionale e tramite corsi di formazioni e l’”imparare facendo”, attraverso progetti basati sui bisogni della comunità locale. Oggi stiamo potenziando l’uso delle tecnologie per rispondere alla situazione attuale”. Ecco perché, tra i progetti che cita come esempi di azioni concrete intraprese c’è una 24 ore di formazione continua online in inglese con trainer da tutta Europa lanciata in Finlandia e offerta a tutti i soci, che hanno tra 18 e 40 anni.
Senza dimenticare, ovviamente, altri tipi di iniziative, come l’accordo di Jci Italy con l’ente nazionale del Microcredito per il sostegno di progetti di formazione e avvio delle attività d’impresa attraverso gli strumenti di microfinanza per imprenditori e professionisti fino a 29 anni. Un’opportunità da tenere in considerazione, più che mai per chi, più che dover ripartire, deve proprio partire con la propria attività in un momento assai sfidante. Di qui, l’invito di Hin: “Non esitate a contattare la sezione provinciale. La nostra rete internazionale è qui per sostenere i giovani dell’Italia, della Lombardia e di Varese”.