Il nonagenario Monsignor Claudio Livetti, giĆ prevosto di Busto Arsizio, riflette sulla ricerca del meglio da parte dell’uomo, tra tanti pro e qualche contro
di Monsignor Claudio Livetti
Tutti cerchiamo lāeccellenza
Ciascuno di noi non si accontenta delle cose mediocri e cerca le migliori. Ti sposi con la persona che ritieni la migliore del mondo, cerchi la situazione abitativa definitiva che ritieni ottimale, iscrivi tuo figlio nella Scuola che ha una tradizione educativa stimata e collaudata. Cerchi un’occupazione lavorativa che possibilmenteĀ ti gratifichi e ti dia la massima tranquillitĆ economica. Se ti ammali ti rivolgi al medico piĆ¹ valido ed efficiente che ti ridona la salute. PoichĆ© vivi in una comunitĆ , speri sempre che essa sia condotta da guide politicamente, socialmente ed economicamente capaci ed oneste. Se inviti amici a cena, li porti nel ristorante piĆ¹ noto e rinomato. Se devi rinnovare lāautomobile o il computer o un arredo della casa, ti rivolgi alle ditte piĆ¹ quotate, a meno che, per ragioni di bilancio familiare, ti debba accontentareĀ come puoi. La ricerca del meglio ĆØ inscritta nellāessere umano. Tolstoj diceva: āLāuomo Ć© la creatura che desidera agganciare il suo aratro a una stellaā.
Ā Eccellenti si diventa
Si viene alla vita senza deciderlo, ma non si diventa grandi senza deciderlo: si continua a decidere per tutta la vita, perchĆ© non si finisce mai di diventare grandi. Anche ai genitori del primo della classe gli insegnanti ripetono: āPuĆ² fare di piĆ¹ā. Un mio vecchio amico diceva che si nasce originali e si muore fotocopie. Unāaffermazione da contestare in assoluto. Ć vero che qualcuno eredita da madre natura una maggiore abbondanza di talenti familiari e personali, ma lāimpegno della buona volontĆ puĆ² raddoppiare i cinque talenti, facendoli diventare dieci e i due talenti per farli diventare quattro. Era la pedagogia del Maestro di Nazareth, che invitava a non essere āmediocriā ma ad essere āperfettiā.Ā
Un grazioso aneddoto: ad un giovane āeccellenza e genio dellāinformaticaā viene richiesto dal nonno un piccolo aiuto nel maneggiare il computer. Il nipote presta il suo aiuto, ma quasi rimproverando il nonno perchĆ© non aveva risolto una cosa cosƬ semplice. Il nonno: āNon dimenticare che io ti ho insegnato a tenere in mano il cucchiaio in modo da non sbrodolartiā.
Ā Lāeccellenza condivisa
Ć molto bello quando una personalitĆ veramente eccellente ĆØ umile, non vuole isolarsi o emergere, ma condivide la sua grandezza coi suoi collaboratori. Non crede di essere lāunico al mondo, non pensa che dietro le sue spalle si dovranno chiudere i cancelli della storia, non si autoesalta e cerca di migliorare sempre. Ć difficilissimo oggi fare delle realizzazioni di valore se non in Ć©quipe. Noi ammiriamo la cresta dellāonda marina, ma non ci sarebbe la cresta dellāonda, se non ci fosse sotto la massa dellāacqua. Le persone veramente eccellenti valorizzano i propri collaboratori, non sono accentratrici, non sono gelose, non vogliono farsi notare ad ogni costo. Sanno coinvolgere, condividere e valorizzare i membri della propria Ć©quipe per garantire cosƬ la continuitĆ dellāeccellenza. Purtroppo, perĆ², ci sono anche casi negativi, di egocentrismo, gelosia e di sciocco timore di essere superati. Noi facciamo il tifo per il primo tipo di eccellenze: le seconde sono fasulle, pericolose e senza valore.