L’attore varesino, fermo da tempo tra pandemia e malattia dello storico partner artistico Bruno Arena, calca di nuovo le scene, scegliendo il teatro Sociale Delia Cajelli di Busto Arsizio come “portafortuna” per la nuova avventura con Stefano Chiodaroli e Rossana Carretto
di Chiara Milani
Cantastorie, buffoni, ciarlatani. Ovvero, Animali Fantastici, per dirla col titolo del nuovo spettacolo teatrale che ha appena debuttato a Busto Arsizio con Max Cavallari, Rossana Carretto e Stefano Chiodaroli. A parlarcene è lo storico volto dei Fichi d’India.
31 marzo, data della prima di Animali Fantastici, ma anche della fine dello stato di emergenza dopo due anni di pandemia: perché, anche se in questo periodo comunque non c’è tanta voglia di ridere dati i venti di guerra, è importante che la gente torni a teatro?
E importante perché, a parte che siamo stati fermi tantissimo, abbiamo la nausa della tv, la gente è stanca. La risata di pancia è quella che sta funzionando e funzionerà sempre. La satira politica, invece, in questo momento per me è morta, perché adesso non abbiamo bisogno di ciò. Dobbiamo divertirci come una volta. Me ne accorgo dai Cabacena, in cui la gente ancora con i tovaglioli canta Io vagabondo… cosa che non avrei più fatto, ma vedo che vuole questo e quindi, io che avrei voluto essere adesso il Fico più maturo facendo magari una bella commedia di Beckett, mi ritrovo a fare questa cosa, che secondo me è giusta. Perché sentiamo proprio bisogno di ridere: è un’antica ricetta medica, visto che il riso fa buon sangue, e dunque abbiamo proprio la necessità di divertirci. Pure perché noto, col passare degli anni, che la gente della mia età diventa più sensibile, piange per niente, perciò ha davvero bisogno di quella risata stupida. Poi ci sarà tempo di andare a vedere un bello spettacolo di satira politica.
Col vostro spettacolo fate ridere, ma anche riflettere su quanto sia facile al giorno d’oggi portare al successo una persona senza alcun talento… Per chi è della “vecchia scuola”, questo che effetto fa?
Fa comunque un bell’effetto. Perché mi ritrovo con la Carretto che è una grandissima attrice e che comunque ci deve domare, mettere nel carretto e guidare. Quindi mi ritrovo un po’ Bruno e un po’ me lo ritrovo con Chiodaroli, che è un grande fan di Bruno, perché è un mattatore. Alla fine canto questa canzone che si chiama Da soli mai, che io dedico a Bruno e a tutti, perché è un momento in cui non dobbiamo stare soli. Me l’ha scritta Vincenzo Incenzo, che è un autore di Renato Zero, perché è un momento in cui dobbiamo essere tutti uniti.
A proposito di talento e vecchia scuola… Dopo la lunga esperienza nei Fichi d’India, seguita dalla malattia dell’amico di una vita Bruno Arena, che hai citato prima, stavolta tu cambi partner artistico e ti esibisci con Stefano Chiodaroli: è un po’ una ripartenza anche per te….
E’ una ripartenza, anche se io comunque a Bruno racconto tutto ciò che faccio. Bruno impazziva per Stefano che era un po’ matto e poi comunque con un’attrice è un po’ diverso, non siamo proprio una coppia definita. E’ un ritornare per me anche perché sono stato fermo due anni quando lui era in coma e per me è stato molto difficile. Devo dire che nessuno mi ha aiutato: i colleghi sono stati i primi a non aiutarmi. Anche quelli di alto livello, con cui ho fatto film, tranne Roberto Benigni e Nicoletta Braschi, che mi hanno sempre chiamato. Tutti gli altri, invece… nessuno mi ha mai chiesto: Hai bisogno? Vuoi un conforto? Tranne i fans, che sono venuti a suonarmi il campanello a casa, e gli amici sui social. Sicuramente, non quelli di Varese.
Hai appena detto: “Non quelli di Varese”…
No, Varese è una città che io non amo, che non mi ha mai aiutato e di cui io senza scherzare ho parlato male per via del carcere, di cui insegnando a Opera non sento parlare bene. Il teatro non mi ha mai considerato e sanno benissimo la situazione. Non è più la mia Varese di una volta… Busto Arsizio è molto più bella. Poi, tra l’altro, a noi Fichi il Teatro Sociale ha sempre portato fortuna perché siamo sempre partiti da qua. Quindi per noi è una bella partenza.
Quindi, anche a te fa bene fare una bella risata col pubblico, ripartendo da Busto Arsizio…
Sì, infatti proprio io ho voluto partire da qui con questo spettacolo, perché è il teatro che ha portato fortuna a me e a Bruno.
In foto: Max Cavallari