l game designer bustocco Luca Borsa parla di come nascono i giochi e di come aiutare i bambini as viluppare l’inventiva e gli adulti a non perderla
di Luca Borsa
Faccio un lavoro creativo: ideare qualcosa che non esiste e farlo per far divertire le persone è sicuramente qualcosa di magico e lo percepisco come una vera fortuna. Il processo creativo è strano, a volte complesso, spesso difficile e frustrante, ma alla fine vedere la propria creatività realizzata è sempre un emozione. La soddisfazione diventa gratifica e si trasforma in energia positiva.
Un processo interiore
La bellezza della creatività è che non ha confini: non esiste una stanza dove creare o un luogo preciso, ma – essendo un processo interiore – vive di emozioni, curiosità, novità.
Essere curiosi: questo forse è il vero segreto… poi la scintilla si può trovare perfino nella quotidianità.
Il motore che muove le passioni
Il prossimo gioco in uscita con l’amico Luca Bellini si chiama il Dentista dei mostri: l’idea venne a Luca dopo che vide giocare suo figlio Andrea con uno specchietto da dentista in plastica che gli era stato regalato dopo un controllo dentale.
Lo spunto per nuove idee per nuovi giochi può arrivarti come un lampo oppure richiedere tempo, lentezza, sedimentazione, ma in entrambi i casi è scorrere di energia… credo proprio che la creatività sia la mia energia, sia il motore che muove le mie passioni. La creatività è un sentimento di libertà.
Inventiva allo stato puro
Penso a quando ero bambino e alla mia voglia di giocare, di ideare giochi nuovi, di modificare quelli esistenti per crearne altri: credo che l’inventiva di quando si è bambini sia insuperabile perché pura, istintiva. Lasciate che i bambini creino, si sporchino le mani, sperimentino. Penso ai bambini di oggi che forse di stimoli ne hanno fin troppi e hanno perso gli strumenti della creatività perché tutto è preconfezionato. Mentre dovrebbero imparare a fare, a costruire.
Il caos e la stella
La vita tende ad ordinarci, a standardizzarci, omologare i pensieri, mentre come diceva Nietzsche “bisogna avere un caos interiore per partorire una stella danzante”.
Elogio alla noia
E poi elogerei la noia come strumento creativo, non come assenza di cose da fare ma come pausa, occasione di riflessione, stacco da un modo di vivere fatto di tempi sempre riempiti. Lasciamo che i nostri figli si annoino, perché sarà la loro partenza per creare: la noia porta sempre il seme del fare, dell’inventarsi qualcosa di nuovo.
La creatività aiuta anche nei momenti bui, il lockdown ad esempio ha sì da una parte limitato notevolmente tutte le attività fisiche – e sapete quanto persino il mondo del gioco da tavolo, di cui mi occupo, viva di fisicità -, ma dall’altra parte mi ha lasciato più tempo per nuovi progetti per “giocare” con la creatività: quello che poteva essere un danno è diventata un’opportunità.
Vietato dimenticare
Creare non deve per forza avere un fine commerciale. Anzi, è un bene che qualunque essere umano dovrebbe coltivare: aiuta a non invecchiare. I bambini lo fanno, gli adulti – come spesso succede anche con il gioco – se lo dimenticano.