Cristiano Termine, professore di Neuropsichiatria infantile, ci parla del progetto Essence, di cui è responsabile per il team dell’Università dell’Insubria
di Cristiano Termine
Il lungo e difficile periodo della pandemia ha penalizzato i bambini e gli adolescenti più degli altri? Il tema è stato dibattuto a lungo sui giornali e tra gli esperti e la risposta non è univoca. Sicuramente i giovani sono stati privati di momenti e spazi di crescita che sono un diritto imprescindibile della loro bella età, ma hanno anche risorse per affrontare gli ostacoli comunicativi e conoscono già da sé un linguaggio che va oltre l’essere presenti. Con tutti i rischi e le conseguenze: stress, stravolgimento delle abitudini quotidiane, difficoltà al dialogo verbale. Come studiosi ed educatori dobbiamo aiutare i nostri ragazzi a cogliere le opportunità positive di questo nuovo modus operandi con cui dovremo imparare a convivere in futuro.
Pro e contro della didattica a distanza
Sappiamo bene quanto la didattica a distanza trovi nelle nuove generazioni terreno fertile per gli strumenti usati, a loro congeniali, e sappiamo anche che può fornire spazi di fuga e alibi di assenza, ma ha in ogni modo dimostrato di poter creare un senso di comunità, di classe e di scuola nonostante la situazione imposta dalla pandemia, grazie al grandissimo impegno da parte dei docenti, degli studenti e anche delle famiglie che li hanno supportati.
L’evoluzione tecnologica dei servizi
Per meglio regolare le modalità di questa crescita a distanza, e nel contempo gettare lo sguardo al futuro, l’Università dell’Insubria ha partecipato a un progetto internazionale molto importante. Obiettivo: trasformare le conseguenze psicologiche, mediche, sociali ed economiche della pandemia Covid-19 in una grande opportunità, attraverso una profonda evoluzione tecnologica dei servizi che possa essere utile anche oltre l’emergenza, in particolare per contrastare l’isolamento dei bambini costretti a istruzione domiciliare a causa di malattia, individuando soluzioni innovative di comunicazione a distanza.
Chiamata d’emergenza
Il progetto Essence, di cui è capofila il Politecnico di Milano con Simona Ferrante, è stato finanziato dall’Unione Europea con 3 milioni e mezzo di euro nell’ambito di Horizon 2020, con una call emergenziale creata appositamente per la comprensione dei risvolti pandemici sulla salute pubblica e clinica. All’Università dell’Insubria sono stati destinati 350mila euro per un particolare settore di ricerca, volto a sviluppare e sperimentare applicazioni in grado di registrare da remoto i ritmi di acquisizione delle abilità scolastiche ed eventuali problematiche neuropsichiatriche infantili su cui intervenire.
Quando non si può andare a scuola
Si tratta di applicazioni destinate agli insegnanti e agli specialisti, come neuropsichiatri infantili, psicologi e logopedisti, per eseguire valutazioni e proporre riabilitazione a distanza tramite tablet ai bambini che ne hanno bisogno, non solo in periodo di lockdown, ma in qualunque situazione che ostacoli l’accesso alle risorse della comunità o che determini isolamento sociale.
foto: Il professor Cristiano Termine