Il game designer bustocco Luca Borsa indaga sulla relazione tra la settima arte e il gioco, di cui parlò già nel 2018 al Busto Arsizio Film Festival, raccontando ai nostri lettori curiosità storiche e ultime tendenze
di Luca Borsa
Chi nella vita non ha mai giocato a fare l’attore o non è mai salito sul palco anche soltanto in una recita scolastica? Oppure, durante una serata tra amici, non si è cimentato a indovinare il film mimato da altri? Non a caso, in Inglese il verbo to play significa sia giocare sia recitare.
Quindi, il mondo del gioco e quello del cinema non potevano che incontrarsi.
Raccontare per crescere
Trasformarsi in qualcuno, il recitare una parte fa già parte del gioco. Per i bambini, imparare a raccontare storie è sicuramente un modo per raggiungere obiettivi pedagogici e insegna a stare con gli altri, ad acquisire nuove parole, a divertirsi ed emozionarsi. In ciò è molto simile all’uso dei giochi da tavolo.
Dalla pellicola al merchandising
Il cinema, ma anche il teatro, diventano quindi fonte di gioco: dal semplice quiz inventato in famiglia a giochi più strutturati, fino a diventare veicolo di merchandising, se parliamo soprattutto dei film di animazione per bambini, dove le licenze si sprecano su giochi, puzzle e giocattoli.
I 3 filoni
I giochi da tavolo parlano molto di cinema e lo fanno in modi diversi. Ci sono tre grandi filoni: i giochi sul cinema, i giochi con una ambientazione cinematografica e i giochi che portano sul tavolo un determinato film, facendone dunque una trasposizione.
A tutto quiz
Al primo gruppo appartengono tutti quei giochi a quiz in cui lo scopo è rispondere correttamente a domande sul cinema che ti daranno punti o, come nel caso de Il gioco del cinema (1989 edito da Immagomage) – che è un must per collezionisti già a partire dalla sua confezione a forma di pizza cinematografica – costruirsi il cast per realizzare un film. Fanno parte di questo gruppo anche i giochi nei quali bisogna riconoscere un film attraverso immagini o indizi, uno dei più riusciti e Movie Trailer (2012) di Chiarvesio-Zizzi, due importanti game designer italiani
Come sul set
Al secondo gruppo appartengono tutti quei giochi con un ambientazione cinematografica tipo The Producer 1940 – 1944 (2015), che parla del glorioso film hollywoodiano di quegli anni, ma i giocatori in realtà dovranno cercare di vincere premi con il loro attori, costruire studios o produrre film di generi diversi o come in Star System (2007) dell’italianissimo Walter Obert, gioco di deduzione logica dove però i protagonisti sono attori.
Film in scatola
All’ultimo gruppo appartengono tutti quei giochi non sono altro che la trasposizione del film all’interno di una scatola. Di questa tipologia ne esistono veramente tanti e non tutti riuscitissimi, perché spesso si tratta di giochi non sviluppati adeguatamente dal punto di vista del game design. Quelli più gettonati sono i grandi film o le grandi saghe: da 007 a Star Wars o tutti i film di successo crossmediali come Batman, Herry Potter o il Signore degli Anelli. Digitando su un qualsiasi motore di ricerca vedrete quanti titoli di giochi simili vi usciranno.
Ritorno di fiamma
Negli ultimi anni c’è stato un grande ritorno a produrre giochi su licenza di famosi film e devo dire con un grande successo, perché fatti molto bene dal punto di vista delle meccaniche di gioco e quindi del divertimento, riuscendo a portare il giocatore dentro il film e a fargli rivivere non soltanto la storia ma anche le emozioni. Il Padrino (2017), Shining (2020), Ritorno al Futuro (2020) e Lo Squalo per farne qualche esempio. L’ultimo citato è un gioco semi cooperativo, in cui un giocatore sarà lo squalo e gli altri i protagonisti del film, ognuno con una sua caratteristica ben precisa e nel gioco troverete anche una barca che morso dopo morso si distruggerà.
Quando il gioco sbarca sul grande schermo
Un ultimo caso, particolare, è quello del film Signori il delitto è servito del 1985: in inglese Clue, che è la prima trasposizione cinematografica di un gioco da tavolo che ha appassionato più generazioni. Ossia, il mitico Cluedo.
Luca Borsa e Roberto Vicario in occasione della presentazione della relazione sul cinema nei giochi da tavolo al Baff 2018