di Luca Borsa
Il game designer bustocco Luca Borsa intervista per noi Fabio Fabbri, dirigente del Comune di Cesano Maderno con cui ha elaborato il Piano Giochi, strumento per la gestione e per la promozione delle attività ludiche sul territorio rivolto non soltanto ai bambini, ma alla popolazione di ogni età
Ci potremo divertire stando lontani? La domanda viene spontanea. Così come: in che modo cercare di essere distanziati, ma non estranei? Il lockdown ha fermato molti settori e sicuramente uno dei più colpito è quello dell’intrattenimento, non soltanto i grandi parchi tematici e i quelli di divertimento, ma anche i giardini sotto casa, quelli che i nostri figli frequentano, dove socializzano spesso con bambini incontrati casualmente. Quindi, come comportarci ora che tutto sembra cambiato e il “distanziamento sociale”” è un ammonimento che hanno imparato a conoscere anche i più piccoli?
Quali saranno i limiti della convivenza all’aperto e come possiamo superarli o, perlomeno, come reinventarci gli spazi urbani? Sono tutte domande aperte che meritano un approfondimento.
Fabio Fabbri, ingegnere, è il dirigente del Comune di Cesano Maderno che ha seguito l’elaborazione del Piano Giochi.
Come vede il ritorno dei bambini nei parchi?
Come il ritorno ogni anno della primavera! Abbiamo tutti bisogno della relazione fisica con gli elementi naturali e degli spazi aperti, a maggior ragione i bambini. Nessuno è fatto per vivere in un ambiente chiuso per quanto possa essere accogliente, confortevole e cablato. Del resto, pare evidente e condiviso il fatto che in uno spazio aperto la trasmissione di virus è meno efficace, tanto quanto negli ambienti chiusi sono da privilegiare ricambi d’aria e ventilazione naturale.
Potrebbe essere questa un’occasione per riprogettare gli spazi di divertimento e di aggregazione?
È il momento di valorizzare a maggior ragione l’offerta di spazi pubblici per il gioco. In queste settimane, credo che abbiamo più o meno subito scelte di valutazione di priorità nella selezione degli spostamenti indispensabili. In questa selezione di priorità, non sono mancate però le attività sportive e motorie: avrei aggiunto quelle di gioco, in particolare per i più piccoli. Ogni comunità deve porsi l’obiettivo di offrire spazi pubblici di qualità e occasioni di socialità. In buona sintesi: di gioco per ogni età. Le città hanno bisogno di ripensare al modo di fruire degli spazi pubblici e la loro progettazione deve essere riorientata in una nuova scala di priorità, che ponga al centro il benessere delle persone e privilegi gli utilizzi che corrispondono ai nuovi bisogni della popolazione.
Che consigli ritiene possano essere utili per i genitori affinché possano usufruire nel miglior modo gli spazi aperti?
Credo che si debba evitare di trasmettere ai più piccoli stati di ansia o di preoccupazione eccessiva e dobbiamo piuttosto aiutarli a vivere questo particolare momento nella loro dimensione naturale più spontanea. Cioè, quella del gioco. I bambini sanno sempre sorprenderci, perché sanno sempre ed in ogni condizione come giocare, sfruttando l’ambiente in cui si trovano e ogni oggetto in cui si imbattono. La questione più delicata è come garantire gli spazi di relazione e socialità che il gioco deve necessariamente contemplare. Un bimbo isolato credo perda le occasioni più importanti per crescere bene. La distanza obbligata può diventare condizione di gioco e forse saranno più capaci i piccoli di individuare quei modi di giocare che la garantiscono: un girotondo senza darsi la mano? Un gioco con la palla e i guanti? Un ballo in mascherina?
In foto: L’ingegnere Fabio Fabbri