Per lungo tempo la responsabilità della crescita dei figli è pesata soltanto sulle spalle delle donne: oggi si parla di entrambi i genitori e, più in generale, tutti gli educatori, che devono fare squadra, soprattutto in un momento delicato come l’adolescenza. A dare preziosi consigli alle Scuole Manfredini a Varese è stato il noto psicoterapeuta sommese e autore di bestseller, Alberto Pellai
di G.A.
Aula magna delle Scuole Manfredini a Varese gremita di genitori e insegnanti accorsi per assistere all’incontro con Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e autore di molti bestseller per genitori, educatori e ragazzi.
Accompagnare la crescita: educare alla libertà
Durante l’incontro sono emersi parecchi spunti di riflessione sul ruolo dei genitori nel corso della preadolescenza e dell’adolescenza (L’età dello tsunami è anche il titolo di un noto libro dell’autore) che hanno tenuto altissima l’attenzione del vasto pubblico. Ma come possono, dunque, i genitori aiutare i ragazzi a crescere senza invadere la loro libertà? Occorre in primo luogo che si sforzino di limitare il proprio desiderio di ipercontrollo sui figli, consentendo loro di sviluppare la propria autonomia, permettendo di fare esperienze di vita reale, che non possono essere totalmente prive di rischi, purché siano “sani”, cioè sostenibili rispetto all‘età del ragazzo e valutati dall’adulto nel modo più razionale possibile.
Quando il pericolo è in cameretta
Molte situazioni di fragilità hanno origine proprio dalla mancanza di “allenamento” alla verifica delle proprie competenze, alla mancata sperimentazione della fatica della conquista, del fallimento e delle delusioni. I ragazzi sono spesso superprotetti dalle situazioni reali potenzialmente rischiose al di fuori delle mura domestiche, che provocano più ansia al genitore che al figlio, come può essere un’uscita con gli amici. Mentre si trovano poi nell’illusoria comfort zone della propria cameretta, proiettati allo sbaraglio e senza alcun tipo di controllo nel mondo del web e dei social.
La grande alleanza
Il secondo grande interrogativo diventa pertanto il seguente: come possono i genitori, e più in generale gli educatori, trovare il giusto equilibrio tra agevolare la ricerca dell’autonomia e imporre delle regole di cui i ragazzi hanno ancora bisogno?
In questo processo è importantissimo che i genitori facciano “squadra”: prima di tutto i genitori all’interno della famiglia, poi di un gruppo di ragazzi, infine con le diverse entità che si occupano dell’educazione dei ragazzi. Cioè la scuola, le realtà sportive, i campi scout, gli oratori, creando una vera e propria comunità educante, che Pellai definisce “la grande alleanza”, all’interno della quale la comunicazione e il confronto reciproco devono essere sempre cercati e privilegiati.
In buona sostanza, il noto psicoterapeuta invita a non sostituirsi ai figli nell’affrontare le loro sfide e a non impedire loro di combattere le proprie battaglie, anche se in questo spesso i ragazzi non saranno d’accordo, perché i genitori devono avere ben chiaro il proprio ruolo, che non è sicuramente quello di essere loro amici.
Numerosi gli esempi pratici di comportamenti inadeguati e delle relative possibilità di correzione tratti dalle esperienze derivanti dalla propria carriera professionale di medico psicoterapeuta, ma anche casi di successi e insuccessi nell’educazione dei propri quattro figli.
Tra tutti gli eventi esterni che hanno avuto un’influenza negativa sul processo di crescita dei ragazzi, Pellai cita ovviamente la pandemia che, riducendo drasticamente la possibilità di vivere esperienze reali, ha ridotto fortemente la capacità di misurarsi con la realtà e quindi di percepire se stessi come capaci di affrontarla.
In un mondo in cui i media ci hanno abituati alle brutte notizie, Pellai lancia un messaggio di speranza e ci invita a cercare di cogliere la bellezza che ci circonda e di cui spesso non ci rendiamo conto: educare gli adulti per educare i ragazzi.