Con oltre 480 istituti, la provincia di Varese è quarta in Lombardia, dopo Milano, Brescia e Bergamo. Abbiamo parlato di luci e ombre della scuola lombarda con la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Delia Campanelli: “Il problema della scarsità di sezioni primavera é sentito”
di Chiara Milani
Settembre, si ritorna sui banchi di scuola. Quali sono le sfide principali delle oltre 8mila scuole lombarde? E quali le principali novità in programma?
Di sfide come sempre ce ne sono tante, ma una deve essere in cima nei nostri pensieri: quella di offrire alle studentesse e agli studenti lombardi una scuola innovativa e sempre più di qualità con un’offerta formativa ed educativa all’avanguardia. Verranno implementati e rinnovati i tanti progetti attualmente in essere con il mondo del lavoro e con i vari enti presenti sul territorio, al fine di consolidare l’importanza della centralità della scuola in un operare in rete.
Passiamo in rassegna le diverse fasce d’età… il sistema integrato “zerosei” vede ancora poche sezioni primavera per i bimbi tra i 24 e i 36 mesi. Perché a fronte di tanta richiesta c’è così poca risposta sul territorio?
È un problema sentito, che noi conosciamo bene e che richiede necessariamente, attesa anche l’importanza dell’innovazione introdotta, un coordinamento al livello nazionale.
Per quanto riguarda le primarie e secondarie di primo grado, due tematiche tra tutte causano spesso polemiche. Da un lato edifici molto vecchi e dunque non sempre sicuri, dall’altro la necessità d’integrazione degli scolari di origine straniera, sempre più numerosi. Al di là dei distinguo sulle responsabilità, come si sta muovendo la scuola lombarda su questi fronti?
In merito alla tematica dell’edilizia scolastica, sono stati recentemente stanziati altri finanziamenti. L’Amministrazione centrale ha ribadito di porre la massima attenzione alla questione, recuperando risorse e strutture. Per quanto riguarda l’integrazione posso assicurare che la scuola lombarda si distingue già da tempo nella piena apertura e disponibilità, attraverso modelli inclusivi e accoglienti verso gli scolari di origine straniera.
Veniamo all’istruzione secondaria di secondo grado: anche in Lombardia, tra i genitori è grande la preoccupazione per il futuro dei figli in termini lavorativi al termine degli studi. Quali consigli si possono dare per la scelta dei percorsi scolastici?
È importante da parte dei genitori seguire i percorsi scolastici dei propri figli, per capire quali possano essere le loro reali inclinazioni e le loro difficoltà. Sarà necessario che i genitori conservino la responsabilità nell’individuare il prosieguo del percorso scolastico dei figli, supportandoli nello scegliere gli indirizzi che possano consentire il migliore futuro inserimento nel mondo del lavoro. L’intera Scuola lombarda è d’eccellenza.
Premesso che non sta a lei giudicare la “Buona scuola”, secondo lei, in base alle esigenze lombarde, che cosa servirebbe per renderla migliore?
Qualsiasi riforma del sistema scolastico, per essere considerata utile e significativa, non può che partire da un ascolto delle esigenze degli studenti e dalla capacità di individuare percorsi educativi che siano in grado di soddisfare tali esigenze. La Scuola, infatti, deve offrire valori culturali e morali, che diventino patrimonio degli studenti, per assicurare un futuro migliore.