Si chiama green comp. Cioè competenze verdi. “E’ una specie di cassetta degli attrezzi in cui le scuole possono trovare, riferimenti, materiali, modi anche per insegnare queste queste materie, perché si tratta anche qui di una vera e propria rivoluzione sui banchi, per dirla con le parole di Massimo Gaudina, capo della rappresentanza della Commissione Europea a Milano, che commenta così la richiesta dell’istituzione di cui è portavoce di mettere la sostenibilità ambientale anche al centro dei programmi di istruzione e formazione: “Due lavori su tre che effettueranno gli studenti di oggi non esistono ancora, quindi è difficile dire quali siano le professioni del futuro, è più facile dire quali sono le competenze che bisogna dar loro e sono quelle digitali da un lato e di sostenibilità dall’altro”.
Le competenze per il futuro
Le prime sono quelle di programmazione e coding, per sapersela cavare nel mondo digitale e informatico. Ma non basta. Perché il Green deal europeo, che è una complessa strategia di crescita e al tempo stesso di lotta al cambiamento climatico e di sviluppo sostenibile, richiede ulteriori competenze. Di qui la richiesta alle scuole di percorrere una via innovativa, “seguendo tra l’altro la richiesta fatta a gran voce dalla Cop dei giovani (Youth4Climate, ndr) che si è riunita a Milano pochi mesi fa con Greta Thunberg”, sottolinea il nostro interlocutore. Anche le nostre aule, dunque, si tingeranno sempre più di verde.