L’estate 2020 sarà all’insegna di vacanze più corte e più vicine. Rinaldo Ballerio, presidente di Elmec Informatica che si diletta anche nella produzione di vino e in un bar-ristorante speciale nella sede storica dell’azienda, spiega perché secondo lui molti lombardi inizieranno a gustare l’offerta turistica del nostro territorio
di Chiara Milani
E’, di certo, un esempio di resilienza. In quasi mezzo secolo d’attività, la Elmec Informatica è passata dall’essere un’azienda di elaborazione meccanografica a rivenditore di computer fino a provider di tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Oltre ad aver riconvertito la storica sede in viale Valganna a Varese in quello che il suo presidente, Rinaldo Ballerio, definisce un “luogo magico”.
Proprio da qui vogliamo partire per una chiacchierata slow in questa estate così unica: una stagione caratterizzata, da un lato, da quel mondo dell’alta tecnologia che Ballerio conosce così bene, ma dall’altro dalla riscoperta dei gusti tradizionali della vita, che il frenetico tram tram quotidiano pre Covid-19 aveva spesso “annacquato”.
A proposito di resilienza, di cui voi siete appunto un esempio e che sembra così necessaria al tempo della pandemia, la storica sede della Elmec informatica è diventata un luogo dove, quando ci si potrà incontrare anche di più e liberamente, si potranno ritrovare i sapori più genuini del territorio…
E’ stata un po’ una sfida che noi abbiamo dovuto raccogliere. Avevamo la nostra sede storica. Ahimè, passando gli anni abbiamo dovuto abbandonarla per spostarci in un campus più moderno a Brunello. Però, dal punto di vista dell’affetto, del romanticismo della nostra storia, ci dispiaceva lasciare questo palazzo vuoto da tempo… e allora abbiamo fatto una pazzia – perché tale è stata – aprendo un ristorante o non sappiamo neanche bene o che cos’altro sia quel posto… Diciamo che è un posto magico, dove ospitare persone che vogliono festeggiare, stare bene e stare assieme.
Come sta andando?
Il posto è ripartito abbastanza bene dopo tre mesi terribili di lockdown. Qui abbiamo messo l’anima un po’ più godereccia del nostro lavoro. Ci sono i prodotti della tenuta vinicola che abbiamo a Pavia, cioè si può trovare il vino che produciamo,
diciamo a livello familiare a Casciago perché tra le varie, e varie pazzie noi
abbiamo mezzo ettaro di vigneto… a dimostrazione che non soltanto gli svizzeri possono fare il Merlot buono, ma anche a Varese. Si possono trovare I prodotti della Rossi d’Angera… Insomma, abbiamo anche quell’anima che, sebbene per tre mesi ci abbia fatto soffrire, oggi sta tornando a essere la nostra casa fuori dal lavoro.
Senta, il turismo enologico, fino al 2019, era in costante crescita. Pare che la stragrande maggioranza degli italiani farà le vacanze in Italia e che verrà sempre più richiesto quel fenomeno che viene chiamato di undertourism, quindi non di massa, bensì di riscoperta dei piccoli borghi e dei relativi prodotti tipici locali. Sembra peraltro che il Varesotto sia un territorio perfetto per questo tipo di turismo. Allora in che modo anche un “luogo magico” come quello di cui ha parlato potrebbe contribuire in prospettiva anche a brindare davvero alla ripresa?
E’ chiaro che, se parliamo di economia, l’impatto del turismo e soprattutto dell’enogastronomico a Varese è certamente modesto. Ovviamente non abbiamo la tradizione che può avere quasi tutto il resto d’Italia. La stessa produzione di vino è più una sfida… qui ci sono forse una decina di ettari di vigna. In Oltrepo’ Pavese ce ne sono decine di migliaia. Quindi, più che altro, qui il turismo è più legato alla gita fuori porta: posti bellissimi a portata di mano, perchè la vera differenza è che Varese non può competere con la Toscana per quanto è bello e quanto è buono, ma è a mezz’ora d’auto da Milano e a un’ora 10 milioni di abitanti. Quindi, sicuramente sarà una destinazione molto appetibile per chi non potrà o non vorrà andare troppo lontano, ma vorrà vivere all’aria aperta. Varese, soprattutto la parte verde della provincia e i laghi saranno certamente molto visitati dai lombardi.
Insomma, la vicinanza a un grande bacino potenziale di visitatori c’è. Qualche sapore di nicchia da gustare anche. Nond< resta che vedere se nell’estate 2020 i turisti si “tufferanno” alla scoperta del nostro territorio. Del resto, il Milanese Imbruttito l’ha postato sui social: “Lake Maggiore is the new Liguria”.
In foto: L’imprenditore Rinaldo Ballerio
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