Ha vinto il Festival per due anni di seguito: nel 2016 con “Un giorno mi dirai”, cantata dagli Stadio, e nel 2017 firmando Occidentali’s Karma, interpretata da Francesco Gabbani. Nel 2018 l’autore gallaratese Luca Chiaravalli tenta la tripletta da record. E sogna un polo musicale nella sua città per crescere giovani talenti
di Chiara Milani
Si definisce “un artigiano della musica, più che un artista”. Ma di talento ne ha da vendere. Tanto da aver vinto Sanremo per due edizioni di fila: nel 2016 collaborando alla scrittura di “Un giorno mi dirai”, cantata dagli Stadio, e nel 2017 firmando Occidentali’s Karma, interpretata da Francesco Gabbani. Senza contare il primo posto sfiorato anche nel 2015 con Nek (“Fatti avanti amore”, seconda classificata). Quest’anno “il gigante del Festival” – per statura e risultati – tenta l’impresa della tripletta, mai riuscita finora ad alcun autore. Tornando all’Ariston con “Così sbagliato” (Le Vibrazioni) e “Frida” (The Kolors, per cui è produttore e arrangiatore). Dirigendo l’orchestra per entrambe. Intanto, il mese scorso Luca Chiaravalli – musicista e discografico italiano – ha ricevuto la civica benemerenza nella “sua” Gallarate. Dove lo abbiamo incontrato.
Tu hai un progetto locale legato alla musica per il quale anche il sindaco Andrea Cassani si è detto speranzoso…
Mi aveva interpellato il MA*GA per fare da tramite per organizzare degli eventi con gli artisti che conosco. Ho rilanciato dicendo che, invece di fare esclusivamente appuntamenti che poi portano magari gente solo una sera, per sfruttare anche al massimo la struttura si potrebbe coinvolgere l’istituto Puccini e creare un Centro musicale. Dove magari usare anche le stanze vuote per fare studi di registrazione, sala prove. Spazi in cui, oltre a formare i musicisti a livello culturale, si potrebbe far loro provare fin da piccoli l’esperienza sul campo. Perché quando uno si diploma o si laurea, poi c’è il lavoro effettivo. Si potrebbero unire tante forze. Creare un polo musicale. Sarebbe anche un punto di aggregazione per i giovani. Sono molto interessati, ma per ora non si è parlato in concreto. Anche perché la mia era una proposta, ma il mio lavoro è un altro. Magari potrei supervisionarla. Lo studio di registrazione io poi potrei usarlo anche per dischi importanti. I ragazzi potrebbero assistere, vedere com’è il processo, come essere un musicista. Perché è un percorso lungo, che poi uno fa individualmente.
Intanto tu anche quest’anno torni a Sanremo…
Sì, la cosa bella sarebbe, anche se è abbastanza improbabile… Siccome ho vinto due anni di seguito, se vincessi sarebbe un record, perché soltanto un altro autore negli anni Sessanta ha vinto due anni di fila. Quindi al momento siamo pari merito. Che poi vuol dire niente, perché a me interessa fare una bella cosa. Però sarebbe qualcosa di unico. Sia per Gabbani sia per gli Stadio non me l’aspettavo proprio… Speriamo…
Tu hai collaborato pure con molti altri artisti come Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Giorgia… Uno con cui ti piacerebbe lavorare?
Ci sono tanti che stimo, sia in Italia sia all’estero. Da Jovanotti ai Negramaro, cosi come Tiziano Ferro. Sono anche abbastanza autonomi a livello di scrittura di canzoni, però mi piacerebbe provare.
Sei anche un volto noto in tv per la tua ormai lunga esperienza a X Factor, quindi per la “crescita” di talenti. Che consiglio ti sentiresti di dare a un giovane concittadino che sogna di fare l’artista?
Consiglierei dedizione e attività febbrile. Perché alla fine io sono un artigiano della musica più che un artista. Quindi, se ce l’ho fatta io, può farcela chiunque. Con la giusta dedizione, la giusta attitudine. Bisogna dedicare molto tempo a un’arte perché diventi il tuo lavoro. Lo so che è retorico, però è così.
Foto: Luca Chiaravalli immortalato da Claudio Argentiero (Afi)