Magico

di Andrea Mallamo

Antonio Casanova – illusionista, personaggio televisivo e scrittore – si racconta. Svelando il “segreto” del suo rapporto “elettrizzante” con il pubblico

di Chiara Milani

E’ stato uno degli ospiti del recente TEDx a Busto Arsizio. Incentrato sul chaos. Che, secondo lui, sostanzialmente non esiste in natura, perché altro non sarebbe se non un ordine perfetto, visto da un altro punto di vista. Un po’ come “un’illusione non è altro che la realtà vista da una prospettiva inaspettata”. Partiamo da qui per chiedere ad Antonio asanova – illusionista, personaggio televisivo e scrittore – il “segreto” di come “eletrizzare” il pubblico.

Spiegaci meglio il tuo pensiero sul chaos…

Si è molto semplice. In realtà ogni effetto illusionistico è un’applicazione di tecniche fisiche o meccaniche, che però vengono utilizzati in modo diverso dal solito. Quindi i risultati sono inaspettati e ciò crea lo stupore,
cioè il senso della qualcosa di meraviglioso, qualcosa che noi non ci possiamo aspettare, che ci fa tornare bambini e priamo
gli occhi, apriamo la bocca… È per noi arrivato Babbo Natale nel  momento stesso in cui avviene la magia.

A proposito di magia, hai  conosciuto David Copperfield,  Paul Osborne è stato un po’ il tuo padrino oltreoceano… diciamo c’è un’energia speciale tra  l’illusionista e il pubblico affinché  lo spettacolo possa riuscire. Ma come si fa a crearla?

Io non credo che sia un’energia  limitata agli illusionisti: è l’energia  che esiste in tutti noi e che vorrei  chiamare empatia, la possibilità di riuscire a collegarci tra di noi se non ci mettiamo davanti  quelle barriere stupide che ogni  giorno in realtà purtroppo ci si
pongono di fronte perché siamo magari antipatici, sconosciuti,  egoisti… Sicuramente anche il  momento attuale ci rende più difficile questo collegamento  sociale, poiché passiamo sempre  più attraverso queste macchine  che parlano per noi e tutto cio’ che diventa virtuale fa diventare  meno facili collegamenti. In realtà  il palcoscenico è la dimostrazione che se ci si apre al pubblico, funziona: non voglio sentirti  dire quanto sono bravo a fare  qualcosa. Assolutamente no. Voglio vedere nei tuoi occhi lo  stupore di quello che riesco a  fare. E’ un po’ come nella musica  classica. Quando si e’ veramente  bravi non si suona un pezzo per  sentirsi dire che si è bravi, ma lo si  fa per suscitare un’emozione negli  altri. Questo è energia.

Tu hai citato la musica. Ci sono  anche delle immagini che  ritraggono mentre suoni… Covid-19  permettendo, quali sono i tuoi prossimi progetti?

Con Striscia la notizia ho avuto  l’opportunità durante il lockdown  di mettere un pianoforte in
varie piazze d’Italia. Se le cose andranno come devono e i  teatri potranno continuare a  ospitare persone, riporterò in
giro Incantesimi. C’è anche un  bel progetto di un podcast sui  maghi della guerra, cioè su come illusionisti sono stati utilizzati  durante le guerre mondiali, con  strumenti assolutamente pacifisti, per sovvertire alcune incredibili situazioni, tipo lo sbarco in  Normandia. E poi naturalmente la  rubrica di Striscia la magia, dove  mi diverto a creare grandi illusioni
e a giocare sul fatto che tutti noi  illusionisti sbagliamo sul palco e  dobbiamo imparare a farci una risata sopra come facevo anch’io  su me stesso all’inizio. Dobbiamo  tutti essere capaci dell’autoironia per rendere più magico ciò che facciamo.

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