Dieci donne… e un “mecenate”
Dopo la tappa a Busto Arsizio, la mostra al femminile promossa dalla Fondazione Pio Manzù è stata richiesta anche in altre città in Italia e all’estero. Nell’occasione, il presidente ci parla delle ultime tendenze del settore, che vanno nella direzione della sostenibilità
di Chiara Milani
“L’iniziativa è nata da
una mia provocazione”
L’arte, da sempre, deve far riflettere. In qualsiasi sua forma. Ecco perché Giacomo Manzoni, figlio di Pio Manzù, di cui presiede l’omonima Fondazione, ha deciso di promuovere la mostra itinerante DDD – Dieci donne designer, che il mese scorso è stata ospitata a Villa Calcaterra, a Busto Arsizio, con la collaborazione dell’Ordine degli architetti della provincia di Varese.
Giovani e donne, una scelta controcorrente
Un’iniziativa che, come ci spiega, nasce da una sua provocazione: “Partecipando nel 2021 ad alcuni eventi, mi è stato fatta notare l’importanza e la necessità di avere le cosiddette “quote”, quindi, se c’erano tanti uomini, doveva esserci anche una quota al femminile e questa cosa un po’ mi ha dato fastidio, perché era un po’ una forma di discriminazione verso la donna, per cui ho tagliato la testa al toro e ho fatto l’iniziativa solo per donne… e ovviamente sono stato poi rimproverato dalla parte maschile, ma faccio orecchie da mercante”. Ma non è tutto. Perché la scelta è stata anche quella di dare spazio a giovani “per far conoscere designer in erba che, in un qualche modo, hanno una una visione che per certi aspetti si accosta alla visione di mio padre Pio Manzù”, prosegue il nostro interlocutore.
Una mostra molto richiesta
Il risultato è una mostra itinerante che, dopo aver fatto tappa in luoghi di pregio a Ragusa, Rimini, Potenza e, appunto, Busto Arsizio, è poi stata richiesta in altre città. In Italia e all’estero. Visto che la fondazione che la promuove ha ricevuto manifestazioni d’interesse da Svizzera, Francia e Inghilterra.
La nuova frontiera del design
Colpiscono, tra le opere esposte, quelle come le sedie Flora e Viola, firmate da Ilenia Viscardi e ispirate alla natura, nella forma e nei materiali. Viene dunque spontaneo chiedersi se l’attenzione all’ambiente sia un po’ la nuova frontiera del design. Una domanda che giriamo a chi, come il nostro intervistato, vede le nuove tendenze davvero da un osservatorio speciale. “Noi, tra l’altro, stiamo preparando per l’anno prossimo un convegno a Rimini che si occuperà proprio di questo, cioè del cambiamento in atto dovuto alla pandemia, che sta ridisegnando il nostro modo di vivere”. Con le inevitabili novità anche di tipo residenziale. “Gli architetti stanno ridisegnando non soltanto l’esterno dell’abitazione, ma anche tutto l’interno”, ci spiega il nostro interlocutore, che incalza: “Io mi ricordo tanti anni fa che in tutte le grandi case c’era un ufficio all’interno dell’abitazione, poi col passare del tempo è andato a scomparire, mentre adesso sta tornando, un po’ anche per il discorso che molti lavorano da casa e quindi hanno necessità di avere un proprio studio”.
Città da ridisegnare
Quindi, oltre alla scelta di materiali più sostenibili, si sta proprio vivendo un “ridisegno” delle città. A partire dalla mobilità, con il ritorno all’utilizzo della bicicletta, piuttosto che l’avanzata dei monopattini, a discapito delle auto. Di qui la conclusione di Manzoni: “Anche per quanto riguarda le abitazioni, questa tendenza dice che c’è molto lavoro e molta riflessione da fare”.