Dalle cabine semaforiche alle panchine, dai muri ai portoni: la creatività degli artisti si può scatenare su
ogni oggetto del paesaggio urbano. La bella stagione é il momento perfetto per visitare queste opere all’aria aperta
di Alessia Zaccari e a Ileana Trovarelli
Le più grandi città del mondo oggi vantano immense opere di Street Art riconosciute a livello
internazionale e anche inserite nei circuiti turistici. Nata come espressione di ribellione clandestina, l’arte
urbana oggi è riuscita a conquistare anche musei e gallerie. Fuori dai confini dell’arte tradizionale, la
popolare arte visiva realizzata in luoghi aperti ha il vantaggio di mettere direttamente in contatto l’artista
con il suo pubblico, lanciando messaggi e contribuendo anche alla riqualificazione dei luoghi. Sulle orme
di metropoli come New York, Berlino, Londra, Parigi e Roma, anche a Varese la Street Art sta trovando
un terreno fertile su cui germogliare.
Se si volesse intraprendere un tour turistico in questa rete museale a cielo aperto, non sarebbero soltanto
le zone industriali o i luoghi dismessi a essere toccati, ma anche i centri cittadini.
Un esempio è proprio la città di Varese, che in via Robbioni e in via Speri della Chiesa, a pochi passi dal
Comune, ospita opere di notevoli dimensioni di Seacreative, Melì e JooWasHere della Howler Monkey
Cru. Alcune ornano i muri esterni di Substrato, il laboratorio di idee, arte e cultura che ha da poco riaperto
i battenti grazie all’Associazione Wgart, guidata da Ileana Moretti; altre si trovano al suo interno, dove
spicca un’opera di Andrea Ravo Mattoni,The happy violinist di Gerrit van Honthorst, olio su tela del
1624, che l’artista varesino è riuscito a riprodurre su un’intera parete. Nato come writer sui treni per
Milano, Ravo è un esempio di quanto le istituzioni stiano oggi credendo nella Street Art: collabora con il
Museo del Louvre e lavora in tutto il mondo, da Londra a San Pietroburgo, da Mosca a Miami. Le opere
di Ravo e Seacreative sono presenti anche nel sottopassaggio che conduce al centro commerciale
Belforte, grazie Urban Canvas, progetto di rigenerazione urbana di spazi e sottopassi dismessi del 2016.
Insieme a loro anche Refreshink, Il Borse, Nevercrew, Bosoletti, Etnik, Vine, Sten. Le opere di Ravo si
possono incontrare anche a Leggiuno e ad Angera, mentre Seacreative ha da poco realizzato dei murales
presso la biblioteca di Ponte Tresa. Anche quest’anno una mostra “istituzionale” ha dato spazio alla Street
Art: insieme ai maestri storici, quelli del Dopoguerra e i contemporanei, la grande esposizione itinerante
organizzata in diverse sedi museali della Valcuvia, Il Palpito del colore, ha allestito una sezione dedicata
proprio alla Street Art, a cura di Wg Art, al Teatro Soms di Caldana, dove sono esposte opere di Andrea
Ravo Mattoni, SeaCreative, Vine, Sten, Borse, Refreshink.
Tornando in città, lungo il perimetro dello stadio si possono osservare opere di writer come Pao con uno
dei suoi pinguini e le scritte gotiche di Ste&Anna. Anche i sottopassaggi delle stazioni e di viale Europa
hanno preso colore ultimamente, così come anche le cabine semaforiche della città, protagoniste di un
concorso indetto nei mesi scorsi. Esistono, poi, i luoghi abbandonati, quelli che un tempo erano il motore
dell’industria, che oggi rimangono in balia di ruggine e vegetazione. È qui che i writer danno il meglio di
sé, utilizzando questi come veri e propri art studios. Le Fornaci di Caldè, la cartiera di Cairate, il centro
sociale Telos di Saronno sono solo alcuni dei luoghi in cui i muri sembrano trovare una sorta di dialogo,
come si scorge tra quelli di Busto Arsizio e Saronno. “Sogna, ma non dormire” dice il primo. “Si crea,
non si ricalca” risponde il secondo.
• Approfondimenti sugli artisti e la Street Art su www.artevarese.com