Le tecniche tradizionali vincono il Premio Arte Carlo Farioli. Mentre la Digital Art fa ancora fatica ad essere accettata, il pubblico continua a prediligere le tecniche tradizionali, come l’opera a penna a sfera Aperture Orientali di Emiliano Antonetti, artista di Busto Arsizio
di Daniela Gulino
Estate digitale, ma non solo. Ci vuole tempo perché qualcosa di nuovo rientri nel “canone estetico” del pubblico. Non a caso, la Digital Art o Arte digitale fa ancora fatica ad essere considerata tale a tutti gli effetti sia dagli storici sia dai critici dell’establishment: è ancora “un’arte di nicchia”.
A dimostrarlo, non sono soltanto il mercato e il collezionismo – ancora molto più orientati all’acquisto di opere che hanno un valore materiale tangibile dato dalla storia, dall’artista o dalla preziosità del materiale – ma soprattutto è il gusto del vasto pubblico, che premia di solito opere che, seppur originali, sono prodotte con mezzi tradizionali e non attraverso computer e software.
Il concorso
Una prova tangibile è visibile fino al 7 luglio nelle sale delle Civiche raccolte di Palazzo Cicogna a Busto Arsizio. La mostra, nata con la terza edizione del Premio Arte Carlo Farioli ed intitolata Trame dell’immaginario: segni, forme e cromie, è stata organizzata dall’Associazione culturale dedicata all’artista bustocco scomparso nel 2013, concentrando la propria riflessione nell’intreccio di relazioni tra reale e immaginario, sogno e desiderio, per costruire un altro mondo capace di riprendere azioni visionarie e innovative. I 28 finalisti, selezionati tra ben oltre 155 partecipanti provenienti da tutta Italia, si sono espressi attraverso tecniche tradizionali come la pittura, la scultura, l’installazione e la fotografia.
Il primo premio
Il vincitore è risultato essere Emiliano Antonetti di Busto Arsizio a cui, con il suo disegno a penne a sfera su tela – intitolato Aperture Orientali – abbiamo chiesto come mai nell’epoca di internet e dell’online disegnasse ancora a penna. “Non sono ferrato con i social e poi è un fatto così personale che credo prescinda il mezzo. Bisogna vedere il risultato: il mezzo è un po’ superfluo. Posso usare anche uno scalpello su pietra, ma bisogna vedere che cosa viene fuori. È quello l’importante”, ci ha spiegato. Riguardo al titolo, ha aggiunto: “Orientale perché sulla coperta che ho disegnato con le penne c’è un motivo che ho ripreso da una porta di una moschea di Istanbul. Il disegno orientale mi affascina insieme alle trame ed ai tessuti: non ho fatto altro che copiarlo sulla mia coperta”.
Tecniche e materiali tradizionali
La terza classificata, Gaia Lucrezia Zaffarano di Sesto San Giovanni, con il suo dipinto Un giorno nella foresta dei simboli ha dichiarato: “Partecipando a questo premio mi sono accorta che quello che mi interessava era la libertà stilistica in tutte le sue forme e ho pensato fosse interessante un’opera nella quale potessero dialogare sia l’acrilico sia il carboncino. Il simbolo è l’evocazione della foresta, visione tangibile di una passeggiata che mi ha permesso di creare l’opera”.
Quando la musa è la rete
Alla rete virtuale in cui cadono spesso i coetanei si è invece ispirata Sofya Burova del liceo artistico Candiani di Busto Arsizio, vincitrice della sezione scuole con l’opera Lo smarrimento dell’Identità.
“La cultura, baluardo contro il degrado”
Artisti di tutte le età si poi sono lasciati ispirare dalle trame e dall’immaginario della natura, dei ricordi, dei tessuti o dei paesaggi, dando valore e rilievo ad una cultura quindi che non ha molto a che vedere con l’era digitale o virtuale. L’assessore alla Cultura di Busto Arsizio, Manuela Maffioli, ha commentato: “Abbiamo portato Busto nel mondo ed il mondo a Busto attraverso la cultura, producendola oltre i confini geografici. Del resto, sta diventando un elemento fondamentale di sviluppo, non solo della persona ma anche del territorio; un baluardo imprescindibile contro il degrado, che è sempre prima un degrado mentale e poi semmai diventa fisico e architettonico”.
“Busto protagonista dell’arte”
Un’estate che premia la tradizione, la cultura, l’arte e incorona la città di Busto a protagonista artistica e culturale di livello nazionale, come ha precisato Elisabetta Farioli, presidente dell’Associazione e creatrice del Premio.
In foto: Emiliano Antonetti, vincitori della terza edizione del Premio Arte Carlo Farioli con l’opera a penna a sfera Aperture Orientali