Sabrina Giussani, medico veterinario di Busto Arsizio, presidente senior della Società italiana delle scienze del comportamento animale, parte dalla storia dei quattrozampe di casa per arrivare a parlare del concetto innovativo di benessere globale che abbraccia quello umano, degli animali e anche dell’ambiente
di Sabrina Giussani
Il cane, frutto dell’incontro tra l’uomo e il lupo, è la prima specie animale addomesticata dagli esseri umani. La domesticazione del cane costituisce presumibilmente il basamento su cui poggia il successivo sviluppo di tutte le forme di civiltà umana: la presenza di quest’animale ha favorito l’evoluzione dell’uomo.
Il gatto domestico sembra derivare dal “vecchio gatto selvatico” Felis silvestris. Il piccolo felino potrebbe essere stato fin dalla notte dei tempi, un partner relazionale per l’essere umano e non allevato solo allo scopo di proteggere le derrate alimentari dai nocivi. Il ritrovamento di una statuetta raffigurante una donna che tiene tra le braccia un animale simile a un gatto, rappresenta la prima traccia della relazione tra l’uomo e il piccolo felino.
Come mamma e papà
Numerosi studi hanno dimostrato che esiste un legame affettivo molto particolare tra il cane e la famiglia umana con cui vive. Tale legame è caratterizzato da comportamenti di attaccamento simili a quelli manifestati dai bambini nei confronti della propria madre. Per quanto riguarda il gatto, invece, i ricercatori non hanno ancora elaborato un parere univoco, anche se è opinione comune l’esistenza di un legame di attaccamento anche per quanto riguarda il piccolo felino. Nei confronti del cane e del gatto noi ci comportiamo da “genitori” e siamo a tutti gli effetti la loro figura di riferimento/accudimento.
Quella spia da non sottovalutare
Recenti studi hanno verificato la presenza di un collegamento tra “l’abuso” a carico di cani o gatti e la violenza interpersonale proprio in virtù della speciale relazione che abbiamo con questi animali. I termini “crudeltà verso gli animali”, “abuso” e “negligenza” comprendono una serie di comportamenti dannosi per cani e gatti che vanno dall’incuria alla crudeltà intenzionale. Nella maggior parte dei casi si tratta di negligenza non intenzionale secondaria alla non corretta conoscenza delle necessità e fabbisogni di cani e gatti. Il ruolo svolto dal medico veterinario è centrale poiché può riconoscere episodi di abuso, crudeltà o negligenza prendendo in considerazione numerosi fattori tra cui il comportamento dell’animale. Per esempio, improvvise modificazioni del comportamento del cane o del gatto che non sono legate a malattie in atto, potrebbero essere il risultato di lesioni traumatiche (psicologiche o fisiche) intenzionali. In Inghilterra la dottoressa Freda Scott Park ha fondato un’organizzazione (LinksGroup) che si occupa della violenza a carico delle persone e della relazione (link) tra abusi a carico di cani o gatti e i membri più deboli delle famiglie come donne e bambini. Si parla di One Welfare, un concetto innovativo di benessere globale che abbraccia il benessere umano, degli animali e anche dell’ambiente.