“Il calcio è un impegno serio, ma che va vissuto divertendosi. E’ questo l’insegnamento più importante che mi ha lasciato Stefano Borgonovo”. Chi parla è Marco Parolo, centrocampista della Lazio e della Nazionale, tornato nella “sua” Gallarate per incontrare i ragazzi della scuola calcio del Torino Club a lui intitolato e presieduto dal padre Daniele. Del resto, Borgonovo è stato allenatore di Parolo, quando quest’ultimo giocava a Como nel campionato Primavera. “Poi era osservatore per la prima squadra: lo vivevamo parecchio nello spogliatoio”, ci racconta: “C’è un’immagine di lui che ancora oggi ho in testa tutte le volte che inizio l’allenamento: Borgonovo che comincia per primo a tirare delle bastonate da destra a sinistra del campo, dei lanci per calciare al volo. Tutto il contrario di quello che di solito ti dice di fare l’allenatore, ma anche quello che fa divertire di più i ragazzi”.
E’ proprio questo il messaggio che Parolo vuole dare ai bambini che sognano un giorno di diventare un campione come lui: “Loro devono divertirti tutte le volte scendono in campo, assieme agli altri. Senza l’ansia di arrivare, di essere il più bravo. Devono vivere il gruppo, rispettare il compagno. Il calcio non è una competizione: è una scuola di vita, che ti lascia dei valori”. Quanto a sé, Parolo ha sempre ben in mente la lezione di Borgonovo: “Certo, voglio vincere. Ma se la cosa non mi diverte, vuol dire che devo smettere”.
Nella foto: Marco Parolo con Chantal, vedova di Stefano Borgonovo