Adulis, la Pompei d’Africa torna alla luce

di Milani

Da metà novembre a Varese saranno in mostra i lavori della missione italo-eritrea che riscriverà la storia del cristianesimo nel Corno d’Africa. Scoperte due chiese paleocristiane della seconda metà del quarto secolo. Marco, figlio di Angelo e nipote dello scomparso Alfredo, ci racconta l’ultima avventura iniziata assieme dai fratelli Castiglioni

di Chiara Ambrosioni

“E’ una scoperta che riscriverà la storia del cristianesimo nel Corno d’Africa”. Non nasconde l’entusiasmo Marco Castiglioni, figlio di Angelo e direttore scientifico del Museo Castiglioni di Varese, nel descrivere il risultato della spedizione fatta in Eritrea dall’équipe di suo padre e suo zio Alfredo.

Dal 17 novembre, i lavori della missione italo-eritrea che ha ritrovato le più antiche chiese della zona saranno in mostra a Varese, terra d’origine degli archeologi ed etnologi varesini.
“E’ un grande successo”, incalza Marco Castiglioni: “La missione, che lavora ad Adulis dal 2011, ha scoperto due chiese paleocristiane della seconda metà del quarto secolo, di pochi decenni successive all’editto di Costantino del 313, che liberalizzò il culto cristiano”. L’avventura degli scavi di Adulis inizia quando il presidente dell’Eritrea Isaias Afewerki chiama i fratelli Castiglioni affinché portino alla luce importanti siti archeologici e rendano possibile l’apertura al turismo della sua terra. “Afewerki ha voluto mio padre e mio zio perché conosceva le loro ricerche archeologiche estreme – racconta Castiglioni –. Gli ha detto di scegliere il sito che preferivano e loro, dopo un’attenta ricerca storica, hanno scelto la piana di Adulis, affacciata sul Mar Rosso: oggi brulla e usata per l’allevamento di asini e dromedari, ma un tempo porto ricco e fiorente. Era il più importante sbocco sul mare del Regno di Axum, una civiltà che ha segnato la storia del continente africano. Adulis è nota come la Pompei d’Africa, perché è scomparsa in un momento preciso della sua storia per un evento catastrofico: seppellita da una colata di fango intorno al settimo secolo”.
L’équipe al lavoro sul sito eritreo è guidata da Angelo Castiglioni e, nello spirito, dal fratello Alfredo, scomparso un anno fa. Ne fanno parte archeologi dell’Università Cattolica di Milano, di quella Orientale di Napoli ed esperti del Politecnico di Milano. La responsabile scientifica della missione è Serena Massa della Cattolica. Assieme, hanno riportato alla luce la città sepolta.

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