Luca Borsa, game designer di Busto Arsizio, spiega in che modo traghettare i bambini verso il post pandemia, che è la più grande sfida che ci aspetta nel prossimo futuro
di Luca Borsa
Stiamo vivendo un periodo che ha messo alla prova le nostre capacità di adattarci alle situazioni impreviste e sconosciute ed è tuttora difficile affrontarlo come adulti. “Grandi” che dovrebbero aver anche gli strumenti, dettati dalla vita e dall’esperienza, per poterlo metabolizzare e superare e invece sento più spesso persone che sono spaesate e in grave difficoltà. Una grande sfida ci aspetta: la post pandemia.
Pronti a tutto!
Se penso poi alle giovani generazioni e soprattutto ai bambini, il tutto si complica. Se noi siamo spiazzati e cerchiamo soluzioni, loro hanno veramente pochi strumenti ed è qui che interviene la nostra sfida, che è quella di traghettarli verso la normalità, passando dallo strumento ludico come “ponte”. Attraverso il gioco il bambino mette infatti alla prova le sue capacità e, sperimentandole, cerca sempre di migliorarsi. Sono in campo la memoria, il tatto, le capacità verbali e comunicative, oltre alle competenze cognitive. Da un punto di vista relazionale, poi, il bambino giocando crea legami con gli altri giocatori, si affiata al gruppo, cerca di primeggiare, ma anche di collaborare, sperimenta scambi e strategie. Il gioco è imprevedibilità: il bambino non può provare a prevedere cosa succederà e come reagiranno i suoi compagni, ma è sempre pronto a nuove avventure. Meglio dell’adulto, egli è inaspettatamente pronto all’imprevedibile e al non controllabile.
Le radici della resilienza
Qui si mettono le prime sementi per la resilienza, tanto ricercata in questo periodo di grandi tensioni: quali energie ho per riadattarmi a fronte di un evento non previsto e catastrofico?
Se il bambino ha capito, mettendo in campo da subito la sua creatività, la sua fantasia e le sue competenze, che di fronte a qualcosa di negativo si possono trovare nuove possibilità, da adulto sarà più propenso alla ricerca di strade altre, di sfide che fanno “stare in piedi” anche in momenti di estrema fatica. Come spesso detto, il bambino, in modo ludico, sperimenta quello che accade e accadrà nella vita vera: il gioco è quindi uno spazio privilegiato e quindi prezioso, di “prove di vita”: uno strumento che ci permette di creare legame con loro e di raggiungere obiettivi.
Dalla noia nasce la creatività
Nella mia esperienza di bambino ho ricordi dei primi giochi inventati, erano spesso il frutto di momenti di noia o di solitudine, che sono proprio i momenti che probabilmente, costretti in casa, tanti bambini hanno provato in questo periodo. Ma sono anche il veicolo per sperimentare per fare esperienze diverse per inventarsi nuovi mondi. E quindi mi piace lanciare un messaggio positivo proprio attraverso la creatività e il gioco e come questi elementi possano essere fondamentali per lasciarsi alle spalle un periodo che tutti vorremmo dimenticare.