Un angolo orientale a Varese. Per i giapponesi la natura è divina. Alessia Zaccari ci parla di Franco e Sumiyo: una storia d’amore da film in cui convivono conoscenza, bellezza e natura, sintetizzati da un giardino che, come insegna la cultura nipponica, è un’esperienza spirituale in cui l’uomo è gerarchicamente equivalente a una pianta, una pietra, un animale, un uccellino, uno scoiattolo…
Capita che l’amore arrivi all’improvviso e sconvolga le vite, portandole lontano. E’ successo all’imprenditore Franco Cremante quando molti anni fa, mangiando una pizza in piazza Duomo, conobbe per caso Sumiyo, una giovane assistente di volo proveniente da un’antica famiglia di samurai giapponesi, di passaggio solo per un giorno a Milano. Da quel giorno la vita è cambiata.
“Ci siamo rincorsi in giro per il mondo”, racconta oggi Franco Cremante: “Abbiamo abitato tanti anni a Parigi e a Tokyo e poi abbiamo cercato un luogo per far crescere i nostri figli nella cultura italiana. Volevamo un posto che fosse nella natura e abbiamo trovato un sito così bello qui a Varese, di fronte alle Alpi e ai laghi. Quando l’abbiamo trovato lo abbiamo chiamato Paradeisos, che è l’antico nome indoeuropeo del giardino”.
Circa quindici anni fa la proposta di creare un giardino giapponese. “La cosa ci ha intrigato tanto perché rappresentava un modo di vedere il giardino completamente diverso dal nostro”, spiega l’imprenditore: “Secondo la cultura giapponese la natura è divina e il giardino è un elemento molto importante, una creazione artistica, un’opera d’arte. Noi abbiamo avuto la fortuna di avere un grande artista che è venuto qui con il suo team. Hanno portato tutti questi materiali dal Giappone, anche i sassi, perché hanno voluto ricreare qui la magia della natura non soltanto attraverso gli alberi, ma anche attraverso le pietre. Quando vedevo il maestro giapponese che sistemava lui stesso, uno per uno, i sassi mi chiedevo come mai lo facesse: lui mi spiegava che l’identità del giardino, il fatto che sarebbe stato diverso da un altro, sarebbe stata data proprio dal suono dello scorrere dell’acqua attraverso i sassi e che per questo motivo era importante porre attenzione alla loro sistemazione”.
Cremante, che è un ingegnere specializzato in consulenza aziendale, prosegue: “In questa casa abbiamo sempre creato una comunità internazionale per le abitudini e per i principi che hanno ispirato la nostra vita, che sono principi di comunicazione fra culture diverse. In famiglia parliamo tutti quattro, cinque o sei lingue, abbiamo amici di tutto il mondo e abbiamo creato una comunità che è aperta per curiosità e impegno a culture diverse. La cultura giapponese e quella occidentale non possono essere più diverse, anche dal punto di vista dei principi sottostanti ai comportamenti, ai modelli mentali e alla storia. Questa distanza ci ha portato ad approfondire la conoscenza e i comportamenti differenti. Da questo è nato spontaneamente un modello che considero fondato su tre pilastri: il pilastro della conoscenza, il pilastro della bellezza e il pilastro della natura, che sono vettori universali di comunicazione e di armonia. Questo ha influenzato sia come abbiamo organizzato la casa sia come abbiamo organizzato la nostra vita”.
Il giardino per i giapponesi è un’esperienza spirituale in cui ci si collega al suono, ai colori, alla natura divina, alla bellezza che cambia forma con il variare delle stagioni. Il giardino è qualcosa di vitale che ci supera nell’età, nello spazio e nel tempo e ci fa sentire piccoli, come siamo di fatto. Secondo la cultura giapponese, come ha raccontato Franco Cremante anche durante il festival di Nature Urbane, “siamo gerarchicamente equivalenti a una pianta, a una pietra, a un animale, a un uccellino, a uno scoiattolo”.
All’interno di questo giardino “non c’è gerarchia, non c’è l’uomo che sovrasta la natura, ma c’è la natura che armoniosamente canta, come se fosse un’orchestra, come se fosse un sistema perenne in cui noi occupiamo uno spazio così piccolo ma così importante”.
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Villa Paradeisos è stata inaugurata, nella configurazione di oggi, nel 1929. L’assetto originale risale a metà Ottocento, su un precedente impianto settecentesco. Il parco si sviluppa su 24mila metri quadrati ed è curato dalla fine del Settecento.
Il giardino della villa è stato aperto al pubblico in occasione di Nature Urbane, il festival del paesaggio che si è svolto a Varese tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre 2017, registrando più di 12mila visitatori alla scoperta di ville, parchi, giardini e sentieri della città.
A metà ottobre nel giardino della villa è stato ospitato un evento dedicato alla cerimonia del tè. In precedenza, alla presenza del console generale giapponese, a fine luglio c’era stato un concerto con quaranta tra musicisti e attori della Tokyo Opera Association, proposto poi a Roma in Vaticano.
Una curiosità è data dal fatto che, nonostante a Varese i coniugi Cremante siano sempre stati molto riservati, Villa Paradeisos è invece molto conosciuta in Giappone, grazie alle visite di molte emittenti televisive nipponiche. Sulla storia di Franco e Sumiyo è stato addirittura girato un film.