Dopo essere stata ospite della seconda edizione di Women Up, promossa dal laboratorio per l’occupabilità della provincia di Varese, Martina Rogato, consulente per la sostenibilità e attivista al G20 per i diritti delle donne, parla delle sfide principali che ci attendono nel 2021
“Bisogna ascoltare i Millennials
e le nuove generazioni:
la sostenibilità è la soluzione”
Di Chiara Milani
“Il 2021 è un anno decisivo, perché l’Italia ospiterà il G20 a fine ottobre, quindi i 20 capi di stato delle 20 economie più importanti al mondo si riuniscono a Roma per prendere impegni comuni, anche per voltare pagina rispetto alla crisi pandemica”: a ricordarlo è Martina Rogato, consulente per la sostenibilità e attivista per i diritti delle donne. Tanto da essere sherpa, ossia portavoce italiana, del W20, l’engagement group ufficiale del G20 per l’eguaglianza di genere. “Si tratta di uno degli otto gruppi d’interesse su parità di genere e l’empowerment femminile, che al compito di rappresentare la società civile e di fare raccomandazioni di policy al vertice e cercare di spostare attenzione, chiedere maggiore impegno sulle questioni delle donne, del lavoro e dei diritti.
Lei peraltro è co-fondatrice di Human Rights International Corner e Young Women Network, l’unica organizzazione italia che si occupa dell’empowerment delle giovani donne e di cui dallo scorso anno è anche presidente onoraria. Noi abbiamo più volte fatto notare come le donne, peraltro non soltanto giovani, siano le più colpite da questa tremenda crisi in Italia…
Esattamente. La crisi è stata particolarmente dura per le donne, è stata dura per tutti in termini di salute, ovviamente. Ma dal punto di vista occupazionale le donne sono quelle più colpite dalla pandemia. Ci sono i dati dell’Istat e c’è il fatto che le donne, oltre a perdere il lavoro, hanno dovuto conciliare con difficoltà la vita privata e lavorativa, visto che le scuole erano spesso chiuse in una società dove purtroppo alle donne è attribuita la cura dei bambini e degli anziani: su di loro è ricaduto il peso di reggere la cura, il welfare. Insomma, tante responsabilità che hanno sicuramente impattato sul/lavoro. Quindi è un anno decisivo in cui bisogna prendere ora delle soluzioni concrete per migliorare la situazione occupazionale.
Lo scorso anno lei è anche è stata scelta da Papa Francesco tra i change-maker per ridisegnare una nuova economia sostenibile. E’ una grande responsabilità… dunque, ci dica: concretamente, realisticamente, come si fa, anziché fare soltanto il cosiddetto green washing?
Di certo è necessario informarci tutti, sia tecnici tecnici sia non, per quanto riguarda la sostenibilità dell’economia, dell’economia sostenibile. Poi bisogna divulgare buone pratiche e, come aziende e istituzioni, avviare una serie di impegni concreti che non riguardino attività sporadiche. Ma poi e’ importante guardare nel complesso se un’azienda è sostenibile in un’economia sostenibile che non crea impatti negativi alle persone, all’ambiente, ma è consapevole e cerca soluzioni per mitigarli e poi si impegna per creare valore sociale sul territorio Questa dovrebbe essere la sostenibilità
Lei peraltro già nel 2019 era stata inserita da Startup Italia come una delle mille donne che sta cambiando l’Italia. Non per demotivarla, ma ci provano in tante, da tanto tempo… Secondo lei, questa pandemia rappresenterà l’occasione giusta per svoltare?
Allora, questa pandemia sicuramente ha innescato un grande movimento da parte della società civile, femminile, sui diritti umani e sull’ambiente. Quindi, forse ha risvegliato un po’ le coscienze: non lasciamo andar via questa occasione importante per informarci, per far sentire la nostra voce, fare gruppo, fare rete. Io credo tantissimo nelle nuove generazioni, che hanno la sensibilità giusta per cambiare le cose. Io sono fiduciosa. O almeno ce la mettiamo tutta: questo è l’impegno.
Ma, dal suo punto di vista, qual è la sfida più grande che abbiamo davanti?
Ne abbiamo tantissime. Intanto la generazione dei Millennials non è rappresentata. Diciamo che siccome siamo in ambito anche Next generation Eu, ricordiamoci che il Recovery plan ha questo nome, sarebbe intanto importante ascoltare Millennials, che ora ha sui 35 anni e poi le nuove generazioni. Bisogna disegnare un futuro per questa tipologia di persone, ovviamente pensando anche a chi è boomers e che sta concludendo i suoi ultimi anni di carriera. Ma io ritengo che bisogna ascoltare le nuove generazioni e poi il futuro sarà sostenibile. Lo dicono le istituzioni, lo dice il consumatore: la sostenibilità è la soluzione.