Massimiliano Serati, docente di Politica economica e Direttore del Centro di ricerca sullo sviluppo territori e dei settori all’Università Cattaneo di Castellanza, parla di un fenomeno in crescita che nel nostro territorio potrebbe trovare un’accoglienza ideale
Faccia un passo avanti chi non ha pensato una volta di staccare dalla routine quotidiana. Non tanto per esigenze di riposo o svago, quanto per uscire dall’ossessione del tempo che non basta mai e prendersi uno spazio di relax mentale, nel quale fare un bilancio della propria vita, ripensare alle scelte passate e presenti, programmare nuove sfide.
Secondo i sondaggi (Euromonitor International), riappropriarsi del tempo è uno dei desideri più diffusi tra i nordamericani, gli europei e i russi.
La domanda turistica non è immune da queste istanze. Relax non è più solo terme o Spa per tonificare il fisico, ma ricerca di un benessere interiore, inteso come (ri)scoperta di sé. Il viaggio turistico diventa prezioso momento di libertà da dedicare a se stessi: il turista zen viaggia per riflettere, per ritrovarsi, per confrontarsi con le proprie necessità e le proprie aspettative, per mettere a fuoco bisogni nascosti. Non vuole solo rilassarsi, ma vivere esperienze di meditazione, individuale e di gruppo, sperimentare l’isolamento: essere guidato e stimolato verso una dimensione interiore e intimista.
Non si tratta di una moda o di una nicchia per pochi, ma di un fenomeno diffuso: secondo Booking, il 20 per cento dei turisti mondiali è interessato ad esperienze di viaggio dedicate al “sentirsi bene interiormente” e ben il 48 vorrebbe poter usare il tempo del viaggio per “riflettere e adottare migliori scelte di vita”. Così prendono corpo gruppi di escursionisti che praticano yoga in cima alle montagne, sessioni di contemplazione del paesaggio, pratiche di meditazione accompagnate da maestri orientali, esperienze di spiritualità religiosa e non. Ancora, l’ebbrezza dell’isolamento, del silenzio, del raccoglimento interiore.
Parliamo di un viaggiatore peculiare, che ama rimanere fuori dai grandi giri del turismo di massa, ma al contempo cerca proposte di elevata qualità a livello ricettivo, culturale ed enogastronomico e con una forte impronta salutista, naturalistica e legata alla sostenibilità ambientale.
Quello zen è un filone tematico ampiamente coltivato dalle destinazioni d’oltralpe (Francia e Austria) e potrebbe esprimere notevoli potenzialità nel Varesotto, dove non mancano spazi ideali per la contemplazione, la meditazione, la pratica delle discipline contemplative, l’introspezione spirituale e religiosa. E a fronte di questo i nostri numerosissimi B&B, una straordinaria e capillare rete ricettiva che ottimamente coniuga qualità dell’accoglienza e dell’ospitalità con una dimensione raccolta e privata e pertanto particolarmente seducente per questo tipo di domanda turistica.
Il mercato potenziale è enorme. Non dimentichiamo che la fruizione di questo tipo di offerta è aperta anche alle opzioni dell’escursionismo di giornata e del turismo di prossimità e che a poche decine di minuti dai nostri anfiteatri naturali operano alcuni milioni di persone che con l’alienazione da scarsità di tempo convivono quotidianamente.
Scommetto che nessuno ha fatto un passo avanti…