Pittrice, ballerina e scrittrice nata senza senza braccia, la madrina della trasmissione tv Prospettive spiega come sia possibile stringersi gli uni agli altri, anche senza contatto fisico
di Chiara Milani
E’ una donna che è già leggenda, perché ha davvero saputo trasformare la propria vita in un’opera d’arte: Simona Atzori, residente nel Saronnese, è la ballerina, pittrice e scrittrice nata senza braccia che ha ritratto, tra gli altri Papa Giovanni Paolo II e Papa Francesco, oltre ad aver ballato su numerosi importanti palcoscenici, tra cui la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Torino, ma anche con Roberto Bolle, ricevendo davvero tanti premi e riconoscimenti, pure come Cavaliere della Repubblica. Come prima ospite di Prospettive (in onda tutti i giorni dal lunedì al venerdì su Rete55), è stata la madrina della nostra nuova trasmissione televisiva, che vuole guardare al futuro da diversi punti di vista. Una scelta non casuale, perché in questo momento così difficile per tutti, lei è un esempio di come, nonostante tutte le sfide che la vita può porci di fronte, la propria realizzazione e felicità possano essere trovate.
Quest’anno hai inaugurato un nuovo progetto digitale chiamato A tu per tu con… che va in onda tutti i lunedì sera sul tuo canale Youtube chiamato Il sipario online…
Io ho voglia di comunicare, ma la modalità sono cambiate. Allora, ho pensato che non bisogna resistere al cambiamento. Bisogna andarci incontro, abbracciarlo a lungo, non importa se non si hanno le braccia. Anzi: l’abbraccio arriva dal cuore e così ho scelto di condividere il mio amore per la vita con altre persone. La prima ospite è stata Giusy Versace, perché entrambe abbiamo un percorso di vita che ci fa dire che la vita bisogna sceglierla, nonostante tutto ciò che può accaderci.
Hai anche uno spettacolo pronto che hai dovuto interrompere come tutti gli altri a causa del Covid-19, vero?
Sì, purtroppo sì. Una grande tristezza non poter salire su quei palchi che hanno ospitato per tanti anni le nostre emozioni, con altre ballerine e due ballerini del Teatro alla Scala di Milano. Uno spettacolo che racconta noi attraverso la danza e la pittura. Speriamo di poterci tornare a esibire presto, perché non possiamo togliere il cuore alle anime delle persone e della cultura, l’arte e la bellezza ne abbiamo bisogno come del respiro.
In questo periodo professionalmente, economicamente e umanamente così sfidante, chiedo a te che appunto di sfide ne hai superate tante: quale parola di incoraggiamento ti senti di dare, non soltanto ai tuoi colleghi artisti?
Credo che in questo momento sia importante non perdere la speranza di trovare dentro di noi è quella quella forza che ci dice che comunque siamo vivi. Comunque ci siamo, quando ci sono tante persone che stanno soffrendo, e quindi ringraziare per quello che abbiamo, per esserci e per i doni che abbiamo. Questo io l’ho imparato, mi sono allenata fin da quando sono venuta al mondo. Questa è un’ennesima, grande sfida, ma ho compreso che dalle sfide possono nascere cose uniche e meravigliose. E allora proviamo a far nascere qualcosa di ancora più bello, che non immaginavamo nemmeno potesse esistere.
In un momento in cui tanto ci manca il contatto fisico, potremmo scoprire un nuovo modo per volerci bene, per stare vicini anche senza poterci abbracciare fisicamente. Come dicevi tu, in fondo per te, nata senza braccia, questa è sempre stata la normalità. Eppure non ti ha impedito di costruire bellissime relazioni con le persone. Quindi anche di questo non dobbiamo avere paura…
Certo, assolutamente. Io mi sono resa conto che in realtà la mia normalità di abbracciare, che non è quella di un corpo, ma è quella del cuore, conferma che un corpo fa tantissimo, ma non vuol dire senza di quello non esiste l’abbraccio, non esiste l’amore… allora questi abbracci senza contatto sono possibili. Anzi, ti dirò che ho scoperto di essere più vicino a tante persone nella lontananza, perché i cuori sono legati e noi abbiamo questa questa forza innata dentro di noi: usiamo, facciamola esplodere in modo da creare, forse la vera bellezza.