di Niccolò Comerio e Massimiliano Serati
Niccolò Comerio e Massimiliano Serati, ricercatori della Liuc Business School, analizzano l’attuale situazione del settore dei viaggi, gravemente colpito dal Coronavirus, per capire da dove si potrebbe ripartire
L’emergenza legata alla pandemia da Covid-19 ha pesantemente impattato sull’economia del Paese e sulle nostre vite, modificandone abitudini e comportamenti. In uno scenario caratterizzato da rigide prescrizioni di distanziamento sociale, il turismo è stato certamente uno dei settori più esposti a questo shock esogeno e improvviso.
Dove eravamo…
I dati pre-crisi rilasciati dall’Organizzazione Mondiale del Turismo certificavano una crescita costante dei flussi turistici nell’ultimo decennio, con l’Italia stabilmente al quinto posto per numero di arrivi, con un contributo economico complessivo pari al 13% del Pil nazionale e al 15% dell’occupazione.
…e dove siamo finiti
Sono bastati tre mesi per bloccare una progressione decennale che sembrava inarrestabile: Assoturismo prevede per l’Italia un calo del 60% delle presenze (circa 260 milioni) nel 2020. Ciò si tradurrebbe, secondo i dati diffusi da Confturismo, in perdite che, nel migliore dei casi, potrebbero arrivare a circa 120 miliardi di euro in meno in termini di giro d’affari. I segmenti più colpiti sono certamente quelli della ricettività e dei trasporti, a cui si connette un ampio indotto costituito da ristorazione, cultura e shopping turistico.
Bonus vacanza?
Secondo CNA, supportare economicamente il settore nel medio periodo risulterà fondamentale, sia mediante interventi per il sostegno al reddito, sia tramite l’introduzione di bonus vacanza per le famiglie da utilizzare in Italia e per tutte le attività interconnesse alla filiera del turismo.
La stagione dell’undertourism
In prospettiva della bella stagione, del resto, è ormai acquisito che i flussi turistici risulteranno significativamente ridimensionati. Sarà così l’estate degli italiani in Italia, in attesa del ritorno degli stranieri, forse, nel 2021. Mentre nel breve periodo le strutture ricettive si stanno organizzando per gestire il distanziamento tra i turisti e garantire le misure di sicurezza, nel lungo periodo si pone il tema della necessità (ma anche dell’opportunità) di ripensare e riqualificare l’offerta turistica dell’intero Paese anche e soprattutto in termini di comunicazione.
Tale scenario potrebbe mettere strutturalmente in discussione il modello del turismo di massa, già nel mirino negli ultimi anni per la scarsa compatibilità con i temi della sostenibilità ambientale. Di conseguenza, alcuni trend emergenti che gradualmente andavano consolidandosi nel recente passato potrebbero ora diventare protagonisti. Uno tra tutti, è il cosiddetto undertourism, inteso come la predilezione per le destinazioni minori e i Borghi storici, piuttosto che per i cosiddetti tesori nascosti o attrattori di nicchia. A ciò potrebbe aggiungersi una maggiore attenzione al “turismo lento”, basato su itinerari sostenibili e l’utilizzo di mezzi di trasporto fuori dal comune, e più sicuri anche dal punto di vista sanitario, come la bicicletta, il cavallo o persino le ciaspole ai piedi, con l’obiettivo di integrarsi con i luoghi visitati e sentirsene parte. O ancora, i vincoli (effettivi e psicologici) che creeranno frizioni nel sistema dei trasporti internazionali, il probabile effetto reddito negativo e qualche dubbio sulle misure estere di tutela sanitaria potrebbero riportare in auge il turismo di prossimità, con l’inclinazione per mete più vicine a casa, possibilmente poco affollate, e che garantiscano tutti gli standard igienici e sanitari che tutelino i viaggiatori.
Viaggi da single
Da ultimo, i dati Eurostat certificano come un terzo delle famiglie europee sia unipersonale: questo potrebbe essere ancora di più il momento di fare la valigia e partire da soli, regalandosi una vacanza in solitaria e alla scoperta di sé stessi nel solco dei nuovi trend del turismo trasformazionale.
Nuove tendenze per il Varesotto
Tali tendenze dovranno essere coniugate ai punti di forza che già rendono il nostro territorio un’eccellenza, ossia il paesaggio, gli anfiteatri naturali, lo sport, la cultura, che dovranno essere ulteriormente valorizzati al fine di creare proposte uniche per i futuri visitatori.