Inseguendo il “Diablo”

di Andrea Mallamo

Trent’anni fa, il campione varesino Claudio Chiappucci fu il primo a praticare il ciclocross in modo propedeutico all’attività su strada. Oggi é la Federazione ciclistica italiana a invitare i giovani a cimentarsi nelle diverse attività di questo sport

di Luigi Cazzola

Novità su due ruote. Da qualche tempo, infatti, la Federazione ciclistica italiana ha introdotto, fin dalle categorie giovanili, il criterio della multidisciplinarietà, invitando i giovani ad applicarsi in tutte le varie discipline di questo sport, senza focalizzarsi soltanto su quello su strada, da sempre considerata la disciplina più seguita dal grande pubblico. Questo modus operandi ha già portato grandi risultati, non soltanto con riferimento alla formazione umana dei giovani ciclisti, ma anche rispetto alla crescita di grandi campioni. 

 

Da Coppi a Viviani

Un esempio eclatante è rappresentato da Elia Viviani, il quale dopo avere conquistato alle Olimpiadi di Rio 2016 la medaglia d’oro nella specialità su pista dell’omnium, ha conquistato nel 2019 il titolo di campione europeo nella prova in linea su strada

A dire il vero già Fausto Coppi, detto il “campionissimo”, si cimentava negli anni Quaranta sia su pista sia su strada, riuscendo a vestire la maglia iridata in entrambe le discipline. 

 

Un progetto che porta lontano

Tuttavia si trattava di scelte isolate di singoli corridori, mentre oggi la multidisciplinarietà nel ciclismo è frutto di un progetto portato avanti dalle federazioni ciclistiche. Va detto, inoltre, che ancora più coraggioso è l’abbinamento del ciclismo su strada con quello fuoristrada, rappresentato dalle discipline del ciclocross e della mountain bike. A questo proposito il belga Roger De Vlaeminck, campione degli anni Settanta, riuscì a vestire la maglia iridata nel ciclocross e anche a vincere quattro Parigi Roubaix, tre Milano – Sanremo, due Giri di Lombardia e un Giro delle Fiandre

 

L’esempio di Chiappucci

Tuttavia, fu il varesino Claudio Chiappucci a praticare il ciclocross in modo propedeutico all’attività su strada. Il famoso “Diablo”, campione dei primi anni Novanta, impostava la propria preparazione per le grandi corse a tappe partecipando d’inverno alle gare sui percorsi accidentati di campagna. Questa mirata multidisciplinarietà tra strada e fuoristrada è oggi seguita da altri campioni, come per esempio l’olandese Mathieu Van der Poel, il quale, nel 2019, dopo avere conquistato la maglia iridata nel ciclocross, è stato protagonista anche al campionato del mondo su strada.

 

Non solo ciclismo

Senza contare che il mese scorso, parlando a centinaia di studenti riuniti al teatro Condominio a Gallarate per l’iniziativa #usalabiciclettainsicurezza promossa dal Comune, un altro campione locale pluridecorato, Ivan Basso, ha ricordato ai ragazzi che, rispetto ai suoi tempi, oggi i fanciulli vengono addirittura invitati a praticare diversi sport, prima di dedicarsi esclusivamente al ciclismo.

In foto: Claudio Chiappucci in azione nel ciclocross dell’Epifania di Solbiate Olona del 1992 (ph Luigi Benati)

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