Carlo Dell’Orbo, professore di Anatomia dell’Università dell’Insubria, ci racconta l’artista e scienziato di Vinci tra disegno e dissezione, che praticò con interesse e passione, mettendosi anche nei guai con il Pontefice
di Carlo dell’Orbo
Disegno e dissezione sono le parole chiave per capire la rivoluzione di Leonardo rispetto all’anatomia. Prima di lui questa disciplina si basava soltanto sulle descrizioni, ma il genio di Vinci cominciò a disegnare per rappresentare il corpo e, viceversa, a studiare il corpo per poterlo disegnare meglio. Lo spiegò così, riprendendo una frase di Guido da Vigevano del 1345: “E tu che vogli con parole dimostrare la figura dell’omo con tutti gli aspetti della sua membrificazione, removi da te tale opinione, perché quanto più minutamente descriverai, tanto più confonderai la mente del lettore”.
Il divieto papale
Affascinato dal corpo umano nella sua complessità, Leonardo praticò la dissezione con interesse e passione: prima a Pavia, dal 1509 grazie all’amicizia con il professore di anatomia Marcantonio della Torre, poi dal 1511 a Roma con Giuliano de’ Medici, all’ospedale Santo Spirito, finché fu accusato di sacrilegio da Giovanni degli Specchi e ricevette un divieto dal Papa.
Pitture che sembrano vivere
Inizialmente da Vinci studiò cranio e occhi, i muscoli e le loro inserzioni sulle ossa, le articolazioni e la loro capacità di movimento: questo gli consentì la meraviglia dei suoi lavori pittorici, che sembrano vivere. Poi si concentrò sulle funzioni delle varie parti del corpo che analizzava da vicino al tavolo settorio. Ed è in questa fase che diede contributi molteplici e importanti all’anatomia, spaziando dall’osteologia alla neurologia, dalla miologia all’embriologia e all’apparato di riproduzione. Tra i suoi numerosi primati, ci sono la descrizione del seno mascellare, l’esatta raffigurazione della colonna vertebrale e dell’osso sacro, la completa rassegna iconografica dei muscoli dell’uomo, la bollitura dell’occhio in albume d’uovo per poterlo sezionare senza alterarne le parti.
Arte e scienza, questioni di… cuore
Ma l’organo che più di tutti attrasse Leonardo è il cuore, “un muscolo principale di forza, potentissimo sopra li altri muscoli”. Costruì un modello meccanico in vetro della valvola aortica e, osservando il movimento vorticoso della miscela di acqua e semi che vi aveva pompato dentro, ipotizzò che questo potesse essere alla base della chiusura della valvola stessa: questa straordinaria intuizione è stata confermata dai cardiologi nel ventesimo secolo. Riconobbe anche il polso arterioso come derivato dalla contrazione cardiaca: “Tante quante sono le volte che il polso batte, tante volte son quelle che il core si dilata e costringe”. Il cuore rappresenta l’esempio più eclatante della capacità di Leonardo di andare a fondo nello studio con curiosità, intuito e intelligenza, dissezionando la materia per restituirla in forma di arte o di scienza. Una capacità che ci è ancora di esempio, e non solo per l’anatomia.
In foto: Ritratto del professor Carlo Dell’Orbo