Daniele e Marco. A tenerli uniti una grande passione, quella per lo sport. Entriamo in casa Parolo, per conoscere da vicino il centrocampista della Lazio e la sua famiglia
Una passione di famiglia. Quella per lo sport, tramandata da padre a figlio in casa Parolo.
Papà Daniele, ciclista da una vita – innamorato della sua bicicletta e delle emozioni che sa regalargli, fa respirare subito al piccolo Marco il profumo del gioco – della competizione, quella buona – anche della sconfitta, che ti obbliga a fare i conti con te stesso. A imparare dai tuoi errori. A ripartire.
Ma non lo fa obbligando il figlio a seguire le sue orme. Lo lascia libero. E Marco scende ben presto dal sellino della bici, per rincorrere – nel vero senso della parola – la sua passione. Il pallone.
Inizia ad allenarsi a Gallarate, nel campo di via Montello, che oggi porta il suo nome.
Gioca, perde, vince. Per anni. Fino a diventare un professionista. Fino a concretizzare il sogno della serie A.
E’ cambiato tutto. Non è cambiato niente. Sono cambiati i colori della sua maglia (da quelli di una piccola squadra gallaratese a quelli della Lazio), è cambiata la sua quotidianità. Ma sono rimasti inalterati i suoi valori – il suo cuore – la sua grinta. Il suo legame con la famiglia, con il padre – suo primo grande fan. “Ora vede più partite lui di me” – dice Marco riferendosi al papà. “Mi piace seguirlo ovunque” – replica Daniele. “Ogni vittoria rappresenta per me una grande soddisfazione. Da tifoso. Da padre”.
“Marco inizia ad allenarsi a Gallarate, nel campo di via Montello, che oggi porta il suo nome.
Gioca, perde, vince. Per anni. Fino a diventare un professionista. Fino a concretizzare il sogno della serie A”
DEBORA BANFI