Nell’anno del turismo Europa-Cina, Massimiliano Serati, coordinatore dell’Osservatorio turistico regionale della Lombardia all’Università Cattaneo di Castellanza, stila per i nostri lettori un decalogo per cogliere al meglio, anche in provincia, le grandi opportunità che arrivano dal Paese della Grande Muraglia
di Massimiliano Serati
Nel pieno delle iniziative collegate con l’anno del turismo Europa-Cina ci piacerebbe fare il punto della situazione sui flussi di turisti cinesi che ogni anno visitano le destinazioni turistiche italiane e lombarde. Purtroppo, nell’epoca della proliferazione delle informazioni economiche, il fenomeno del turismo cinese è ancora ben lontano dal venire misurato in modo attendibile. Il balletto di cifre è impressionante e spazia dagli oltre 2.5 milioni di cinesi in Italia segnalati dall’Istat ai meno di 300 mila supposti da Banca d’Italia. Per la Lombardia, l’Osservatorio Travel della Liuc Business School stima in circa 300-350mila all’anno i turisti cinesi in entrata.
Al di là dei limiti imposti da numeri poco robusti, non vi sono dubbi che la domanda turistica cinese esprima un potenziale straordinario per il mercato lombardo, sia in virtù dell’ascesa della middle class cinese, fortemente propensa alla mobilità turistica verso l’occidente, sia per l’intensificarsi dei rapporti economico-commerciali tra Lombardia e Cina, e infine per effetto della predilezione del turista cinese per la pratica dello shopping che trova soprattutto sulla piazza milanese infinite possibili declinazioni.
Viene da chiedersi se il sistema dell’ospitalità lombardo – soprattutto al di fuori del capoluogo – sia pronto a ricevere adeguatamente il visitatore cinese, declinando “in salsa orientale” i principi fondamentali dell’accoglienza. A questo proposito ecco 9 suggerimenti in pillole.
1. Il rito quotidiano del tè è, per molti cinesi, un must irrinunciabile; agevoliamolo!
2. Attenzione al numero della camera: i cinesi tendono ad essere superstiziosi e preferiscono evitare ogni riferimento al numero 4, tradizionalmente associato a presagi funesti. I numeri 8 e 9 sono considerati invece simboli di fortuna e prosperità.
3. Anche il colore rosso è simbolo di fortuna e benessere e i cinesi amano ritrovarlo negli oggetti della vita quotidiana, così come nei kit informativi o nei gadget turistici. Da evitare bianco e verde, considerati simboli di sventura.
4. La puntualità per i businessmen cinesi è requisito indispensabile: per quanto possibile, vanno minimizzati tempi morti e disguidi tecnici nell’organizzazione del loro soggiorno.
5. In Cina la pratica del fumo è ancora molto diffusa ed è utile prevedere aree riservate con spazi (temporaneamente) “dedicati”.
6. A tavola i cinesi tendono a preferire tavoli rotondi, con pietanze condivise da collocare al centro. Accanto ai piatti tipici della tradizione italiana è sempre bene presentarne qualcuno ispirato alla cucina cinese, prevedendo sia bacchette, sia posateria tradizionale.
7. I bambini occupano un ruolo di assoluta centralità nella famiglia cinese: prestiamo loro la dovuta attenzione (caramelle e dolci in camera, menù baby…).
8. I cinesi, soprattutto se di mezz’età, amano viaggiare con amici e familiari in gruppi numerosi all’interno dei quali privacy e discrezione sono spesso poco praticate (ad esempio, le porte delle camere d’albergo sono lasciate spesso aperte). Sarebbe, quindi, opportuno riservare a questi gruppi alcune “aree dedicate”, in maniera da garantire accoglienza da un lato, tutelando, però, la quiete di tutti gli altri ospiti dall’altro.
9. L’inglese rimane ancora relativamente poco diffuso presso la classe media cinese. Staff alberghiero in grado di masticare un po’ di mandarino, e la disponibilità di informazioni in cinese sono, quindi, fattori di successo.
10. …e poi c’è il turismo matrimoniale…
Piccole e trascurabili cose, qualcuno dirà. Forse…ma spesso sono i dettagli a farci vincere la sfida competitiva.
Dida:
Mappamondo 1794 (Terres edit. & Roberto dis.)
Trippini Stampe – Studio bibliografico – Stampe antiche
Foto serati: Ph Daniele Belosio