Monsignor Claudio Livetti, già previsto di Busto Arsizio, riflette sul vero significato e le varie sfaccettature del sentimento più forte
di Monsignor Claudio Livetti
“L’amore è il nutrimento del cuore, indispensabile come l’ossigeno e l’alimentazione”
L’amore è il nutrimento del cuore, come l’ossigeno è indispensabile alla respirazione e il cibo per l’alimentazione dell’organismo. Poiché la parola amore ha mille forme e altrettanti significati, la circoscrivo in alcuni aspetti, per me importanti.
Il nido della famiglia
L’idea “mulino bianco” è fasulla. Dostoevskij dice che la famiglia si crea con l’instancabile opera dell’amore. Mi piace pensare alla famiglia in cui i bambini sono desiderati, accolti, circondati da sorrisi, delicate attenzioni e coccole; in cui i ragazzi percepiscono l’amore di un padre che scrive le regole e di una madre che organizza le riparazioni; in cui gli adolescenti possono dialogare e risolvere, con la ferma e calorosa presenza dei genitori, il loro problema: “Chi sono io?” e “Per chi sono?”. La pastora protestante Lidia Maggi scrive: “Il fidanzato dovrebbe guardare e pensare alla sua fidanzata come alla Terra Promessa dove scorre latte e miele”. Fanno più notizia le coppie che divorziano, ma non mancano coppie in cui un coniuge “supporta” l’altro, cioè lo tiene in palmo di mano, senza cadere nella trappola del compiacersi non affrontando le questioni e le crisi, per desiderio di tranquillità. La presenza dei nonni e dei bisnonni va accolta non come un peso ma come una ricchezza, nel rispetto delle radici della famiglia e nella stima affettuosa dell’esperienza. È bello vedere la corsa in cui il nipote arriva primo, ma non dimentica che il nonno è quello che sa la strada e che vale la pena di aspettarlo.
La gamma dei valori umani
L’amicizia è un rapporto importantissimo tra persone che hanno le stesse aspirazioni, gli stessi gusti e gli stessi rifiuti e riescono a perseverare lungamente, addirittura “finché morte non ci separi”. Quel giovane Dio in trasferta, che si chiamava Gesù, ha dato l’esempio, circondandosi di dodici amici, più o meno fidati, dichiarando di considerarli amici e chiedendo una volta a uno di loro: “Ma tu mi vuoi bene veramente? “. Sono speciali e da ammirare quegli insegnanti educatori che creano un rapporto di amicizia collaborante coi loro alunni. Don Lorenzo Milani domandava perdono a Dio perché aveva forse voluto più bene ai suoi alunni che a Lui.
Ci sono poi interessi culturali, sportivi, economici che affascinano le persone e che diventano un ideale a cui subordinare tutto il resto, una ragione di vita, un’idea fissa: “Devo guadagnare, devo vincere, devo affermarmi, devo primeggiare, devo diventare famoso…”.
Un capitolo a parte è quello della politica, in cui c’è una maggioranza apatica, ma una minoranza accanita e battagliera. Quando la politica è illuminata e sincera e non si allontana dal giusto traguardo di essere al servizio del “bene comune”: è una forma di amore sociale costruttivo e benefico. Diventa pericolosa quando si trasforma in interesse egoistico o di parte, o approfitta delle debolezze altrui per affermarsi come autoritarismo o totalitarismo.
L’amore religioso
Tutto il mondo è venuto a conoscenza delle ultime parole di Benedetto XVI prima di entrare in coma incosciente: “Signore, ti amo”. È stata la sintesi di tutta una vita che ha raggiunto la sua pienezza dedicandosi con amore a Dio, accogliendo i suoi doni gratuiti, mettendoli a servizio di tutti. Ammiro l’amore umile di Benedetto: ha accettato il non facile compito di succedere al grande e popolare Giovanni Paolo II e soprattutto ha avuto il coraggio e la lealtà di lasciare l’incarico, quando non sentiva più la forza di reggerlo. Ne aveva ragione: gli avevano rubato dei documenti, avevano contestato il discorso di Resenburg, avevano rifiutato la sua visita alla Sapienza, scoppiava lo scandalo della pedofilia… e aveva 85 anni. Non è stato dunque un rifiuto, ma una scelta per amore alla Chiesa di Dio. Di lui non si potrà dimenticare, nella miriade delle sue profonde pubblicazioni, l’Enciclica Caritas in Veritate. Sono illuminanti le sue spiegazioni sui termini greci dell’amore: eros coordinabile con agape. È una sublime sintesi della Santissima Trinità: Benedetto chiama il Padre “Amante”, il Figlio “Amato” e lo Spirito Santo “Amore”. L’amore religioso non è la possibilità prerogativa di un Papa: Dio ama tutti e tutti possono sentirsi immersi nell’amore di Dio.