di Chiara Milani
“C’è sempre una maggiore attenzione verso l‘empowerment femminile, quindi anche allo sviluppo dell’impresa femminile e, infatti, pure il Pnrr ha dato finanziamenti a sostegno proprio del ruolo della donna nell’impresa”. Ilaria Broggian, presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Varese, spiega così perché, a fine settembre, nell’ambito della Settimana europea per lo sviluppo sostenibile, l’ente di piazza Monte Grappa abbia promosso un appuntamento ad hoc per le aspiranti imprenditrici.
I nuovi settori di punta
Una categoria in aumento, anche sul territorio. “All’interno della nostra provincia, vediamo che le imprese femminili iscritte sono in un numero sempre maggiore e sono cresciute di oltre il 2,4% nell’ultimo anno a fronte invece di una crescita dei loro “competitor” dell’1,5%”, specifica infatti la nostra interlocutrice, che prosegue: “Secondo i dati del secondo trimestre del 2022, oggi sono 12.474 realtà. In particolare, vediamo sempre di più ruoli femminili in tutti i settori, pure in quelli in cui, prima, non proprio non esistevano donne, tipo le figure tecniche: dal programmatore software ai consulenti gestionali, quindi sempre più ruoli prima ricoperti esclusivamente da uomini oggi sono sempre più aperti alle donne”. I nuovi settori di punta per l’imprenditoria femminile paiono essere proprio il digitale e la sostenibilità.
Imprese formato small
“A Varese in particolare 1 impresa femminile su 4 è nell’ambito del commercio, soprattutto nel settore immobiliare piuttosto che dei servizi alla persona, perché comunque sono imprese ancora abbastanza piccole”, analizza la presidente: “Oltre il 59%, infatti, è composto da imprese anche da un addetto solo, quindi sono soprattutto imprese individuali o con una media di 3 addetti, però crescono sempre di più anche altri ruoli, come quello della comunicazione, del marketing, quindi ecco c’è sempre maggiore interesse anche per le professioni tecniche”.
Lombardia poco “rosa”
Un cambiamento culturale, in base al quale l’ultimo Rapporto di Unioncamere sulle donne nel mondo dell’impresa evidenzia come oltre 1 impresa su 5 a livello nazionale sia “rosa”. Declinando questo dato sul territorio, rispetto alla tendenza regionale, nel Varesotto la situazione è leggermente più incoraggiante, ma di strada ce n’è ancora da fare: “La media lombarda si aggira intorno alle 19,6%, mentre qui siamo al 20,3%, quindi è già una percentuale più alta, ma dobbiamo migliorare ancora, perché siamo leggermente sotto la quella nazionale, che si attesta attorno al 22%”, conferma Broggian.
Avanti le ragazze!
In tutto ciò, cruciale è il ruolo della formazione: “Il nostro comitato promuove anche iniziative ad esempio rivolte alle scuole, dove sono stati presentati video sulle storie di imprenditrici del nostro territorio, in modo che possano essere un po’ di ispirazione e di stimolo per la formazione delle ragazze”, sottolinea l’intervistata. Anche considerando che, rispetto ai colleghi uomini, sembra che le imprenditrici donne siano più giovani.
Slalom tra Covid e crisi energetica
Certo, il momento non è dei più incoraggianti. La pandemia prima e la crisi energetica ora rendono infatti la situazione più sfidante per tutti e, finora, gli ultimi 3 anni hanno messo l’universo femminile ancora più alla prova. “E’ innegabile che, soprattutto durante il periodo peggiore del Covid, la donna forse più che l’uomo ha dovuto farsi carico di problematiche familiari che hanno fatto sì che venisse ritardata, accantonata la propria progettualità imprenditoriali, anche se adesso stiamo raggiungendo livelli che sono assimilabili, se non addirittura in rialzo, rispetto al pre pandemia”, conclude la presidente. Insomma, caro energia permettendo, questo potrebbe essere un momento di rilancio per l’imprenditoria femminile, che – nonostante tutti gli ostacoli, frutto sia dei retaggi del passato sia delle criticità del presente – non rinuncia a cercare orizzonti un po’ più tinti di rosa.